No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090909

international POPular group


Are(A)zione - Area (1975)


Ancora per la serie "dischi che mi hanno cambiato la vita", questo è un disco che qualunque appassionato di musica senza paraocchi dovrebbe osannare. Ascoltato per la prima volta, forse, l'anno dopo la sua uscita, per cui alla tenera età di 10 anni, ha lasciato dentro di me un seme: quello, appunto, che crescendo mi ha spinto a sentirmi in colpa ogni volta che non tenevo conto di un genere musicale a me sconosciuto, o tendevo a rinchiudermi in un "recinto" tranquillo.

Che cosa erano, e sono stati, gli Area, nome completo Area International POPular Group, sarebbe arduo da spiegare con poche righe, ad ogni modo, certo che molti di voi sappiano chi sono stati, diciamo che furono una band fondamentalmente progressive rock, formata da musicisti straordinari (Giulio Capiozzo batteria, Ares Tavolazzi basso, Patrizio Fariselli tastiere, Paolo Tofani chitarra), e capitanati da un cantante che aveva (purtroppo) una voce fuori da ogni concezione musicale: Demetrio Stratos (ci sono dei passaggi che mettono davvero i brividi). Ma progressive rock, in questo caso, è un'etichetta che sta stretta agli Area: dentro la loro musica, e le loro influenze che, loro stessi andavano a ricercare all'estero tra un disco e un altro, c'era la musica di tutto il mondo, oltre a rock e free jazz. Non ultima, la componente politica: gli Area erano fieramente comunisti, ma anche giovani e ironici, e non si vergognavano a riarrangiare L'Internazionale in chiave prog-pop, come ad esempio accade su questo disco.

Registrato durante alcuni live fra Milano, Napoli, Rimini e Reggio Emilia, il disco si apre con una versione strepitosa di Luglio, agosto, settembre (nero), così come eccezionali sono le versioni dei pezzi seguenti, tratti dai dischi precedenti, La mela di Odessa (1920) e Cometa rossa.

Segue il pezzo che dà il titolo al disco, una lunga suite dove i musicisti mettono in mostra le loro capacità tecniche, probabilmente anche di improvvisazione, e si chiude con la già citata versione "canzonetta" dell'inno dei lavoratori.

Non riesco ad aggiungere altro, se non che riascoltare Demetrio che introduce i pezzi mi commuove ancora oggi, e che ascoltare un disco come questo cambia il modo di intendere la musica.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non erano progressive

Lo Scassacazzi di Milano
: )

jumbolo ha detto...

sicuramente
http://it.wikipedia.org/wiki/Area_(gruppo_musicale)
Genere Free Jazz
Rock progressivo
Avanguardia