No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090910

sabato con le streghe


Sabbath Bloody Sabbath - Black Sabbath (1973)




Anche qui, è difficile stabilire quale disco dei Sabbath mi capitò di ascoltare per primo, ma certamente, a dispetto di cosa uno potrebbe pensare, questo è quello che ha maggiormente stuzzicato il mio immaginario creativo. Il disco in questione è il quinto, in ordine cronologico di uscita, dopo masterpiece quali Black Sabbath (1970), Paranoid (1970), Master Of Reality (1971) e Black Sabbath, Vol 4 (1972). Ciononostante, contiene una sequela di pezzi assolutamente indimenticabili per rifferama e songwriting. I quattro inglesi sono in forma, almeno a quanto si sente, e la struttura dei pezzi diventa fondamentale sia per l'heavy metal, sia per quella forma a venire che si chiamerà prog-metal, ma anche per un "semplice", per fare un esempio, And Justice For All dei Metallica: ascoltate attentamente i cambi di tempo all'interno di un pezzo come Killing Yourself To Live.


La grandiosità dell'inventiva di Tony Iommi è assecondata dal basso dinamico di "Geezer" Butler, la batteria secca di Ward detta i tempi e abbellisce, la voce di Ozzy, giovane e non ancora la caricatura di stesso, è evocativa e calza perfettamente adatta all'approccio pseudo-esoterico che i Sabbath volevano avere.


Le radici blues si sentono in profondità, ma è innegabile il lavoro di innovazione che la band ha già fatto in neppure 4 anni. Pezzi come l'iniziale title track, la seguente A National Acrobat, Sabbra Cadabra, hanno dei riff che rimarrano scolpiti nell'immaginario collettivo di migliaia di rocchettari. Fluff e Spiral Architect sono pezzi più introspettivi (il primo quasi "classico"), Who Are You e Looking For Today guardano addirittura al prog-rock, con buoni risultati, ma senz'altro risultano pezzi meno "in tema".

Un disco pienamente coinvolgente, il trionfo del riff heavy metal; visto l'inizio del declino della formazione originale, iniziata col seguente e altalenante Sabotage, un bel canto del cigno.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Fedele compagno di lunghe notti nere.