Autoreverse – di Cédric Klapisch 2003
Giudizio sintetico: si può perdere (1,5/5)
Giudizio vernacolare: mah
Parigi, il capo di una banda di rapinatori contatta un cameraman professionista per riprendere una loro rapina. Il cameraman è una ragazza, insoddisfatta e sola; verrà ingaggiata dalla banda in pianta stabile fino al “colpo grosso”.
Prometteva bene Klapisch con l’ottimo “Chacun cherche son chat”, e il divertente ma esile “L’appartamento spagnolo”, mentre con questo nuovo lavoro fa una serie di passi indietro.
Indeciso tra l’ironia e la retorica malavitosa, il film non decolla mai e si perde tra gag stantie e battute mai graffianti.
Indeciso tra l’ironia e la retorica malavitosa, il film non decolla mai e si perde tra gag stantie e battute mai graffianti.
Battuta a vuoto.
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