No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100708

servi e padroni


Il servo ungherese – di Massimo Piesco e Giorgio Molteni 2004


Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)

Giudizio vernacolare: par d'esse a teatro

Seconda Guerra Mondiale, in un campo di sterminio nazista il rapporto coniugale tra il direttore del campo, August (Tomas Arana, molto bravo), e la moglie Franziska (Chiara Conti, inespressiva; non si capisce se per la parte, in quel caso davvero brava, oppure perché è davvero un’attrice inespressiva) è diventato freddo; diventa addirittura conflittuale quando August si fa assegnare un servo (Andrea Renzi, più televisivo che teatrale), un ebreo ungherese colto, che si “insinua” tra i due con le sue osservazioni profonde e il suo amore per la cultura, nel tentativo di salvare la sua vita e quella degli altri ebrei.

Una storia bella e intensa, rovinata in parte dallo stile teatrale trasposto al cinema (non sempre riesce bene), e da alcune recitazioni un po’ troppo ingessate.

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