La donna di Gilles – di Frederic Fonteyne 2005
Giudizio sintetico: da vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: artri tempi
Belgio, tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Elisa fa la casalinga, è incinta ed ha già due splendide gemelline; il marito Gilles lavora all’altoforno lì vicino. Si amano. La sorella di Elisa, Victorine, è molto bella e un po’ più giovane, abita nello stesso paese insieme ai genitori, è spesso a casa di Gilles ed Elisa, aiuta, gioca con le bambine. Il sospetto si insinua in Elisa, il sospetto del tradimento tra il marito e la sorella, sospetto che si fa sempre più insistente, le prove sempre più numerose, fino alla confessione aperta del marito. Elisa reagisce come nessuno potrebbe immaginare, difenderà il matrimonio alla sua maniera, ingoiando però, bocconi troppo amari anche per la sua tempra forte.
Film assolutamente sconsigliato a chi è a rischio depressione, conferma le qualità di Fonteyne che aveva già colpito con Una relazione privata (curiosità: Laura Smet, qui nei panni di Victorine, è la figlia di Natalie Baye, protagonista appunto di Una relazione privata insieme a Sergi Lopez), unite all’intensità della quale è capace Emmanuelle Devos (Elisa), già straordinaria in Sulle mie labbra.
Un film sui comportamenti "di altri tempi", ma allo stesso tempo morboso e fuori dagli schemi, con un finale quasi liberatorio, incastonato da una sequenza splendida e magistrale dal punto di vista registico.
Splendido ritratto di donna, triste e malinconico.
Un film sui comportamenti "di altri tempi", ma allo stesso tempo morboso e fuori dagli schemi, con un finale quasi liberatorio, incastonato da una sequenza splendida e magistrale dal punto di vista registico.
Splendido ritratto di donna, triste e malinconico.
Interessante.
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