No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110120

bad habit


Cattive abitudini - Massimo Volume (2010)

Come forse saprete, i Massimo Volume si sciolsero nel 2002, e sul finire del 2008 si sono riformati, per una serie di concerti, dopo di che hanno deciso che era tempo di dare un successore all'ormai lontanissimo Club Privé, del 1999. Ecco quindi Cattive abitudini, che ci riconsegna una band con le stesse particolarità di prima, in una forma invidiabile.
Ci sono alcuni pezzi in cui a livello musicale mi hanno ricordato i Marlene Kuntz dei primi tempi, con un sapore moderno. Quel che conta, è che Cattive abitudini è un disco che, come si dice spesso con una frase fatta, cresce con gli ascolti, e ti affascina lentamente.
I racconti di Emidio Clementi vengono declamati alla sua maniera, tra il marziale e il veemente, con un pizzico di dolcezza celata, e c'è che si arrovella a spiegarli, a dargli un perché, ad indovinare le identità dei protagonisti. Come spesso capita, penso sia meglio lasciare ad ognuno la sua interpretazione. Così come c'è chi si diverte, non si sa se quanto Clementi, a riconoscere e catalogare tutte le citazioni che Emidio ha disseminato lungo i suoi racconti/canzone. Lascio questo mestiere ingrato ad altri, e mi godo il disco.
La bellezza violata, a mio modo di vedere, è uno dei punti più alti del disco, ma citare qualche pezzo, ancora una frase fatta, è come fare un torto agli altri. Fausto e Litio altre che mi emozionano fin dall'inizio.
Non posso fare a meno, quando ascolto o ri-ascolto i Massimo Volume, di pensare agli Offlaga Disco-Pax o agli Uochi Toki, e nonostante in fondo tutti facciano un genere relativamente "di nicchia", mi viene da pensare che la band di Clementi sia tornata per riscuotere. Non soldi, ma il meritato (relativo) successo, e non lo sta facendo con un disco di scarti.
Bel disco. Massimo volume, massimo rispetto.

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