No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110118

should lanterns shine


L'inutile guida - Rita Girola (2009)


Il destino ha voluto che dopo tanto tempo senza riuscire a terminare un libro, tra tutti quelli sul comodino, abbia terminato proprio questo. E però, la riflessione che mi ha subito innescato, è che non c'entra il destino, se, almeno in Italia, si pubblicano autori poco capaci di emozionare, e neppure troppo bravi a scrivere, mentre invece libri come questo rimangono sconosciuti, dimenticati, si perdono nell'oblio a dispetto di sforzi, sacrifici, sudore degli autori.


Il libro, infatti, è uscito un paio di anni fa per Progetto Cultura, collana Le scommesse. Fosse per me, la scommessa sarebbe vinta, e non certo perchè il libro mi è arrivato tra le mani tramite amici.


Quello che colpisce, oltre alla prosa composta ma lineare, mai sopra le righe ma capace di descrivere mondi e situazioni senza dubbio al limite, è la capacità dell'autrice di dipingere amori profondi e squassanti a prescindere dal sesso dei protagonisti, la padronanza di schemi a-temporali (la struttura non è perfettamente cronologica, per voi che amate il cinema di Iñárritu/Arriaga), con l'espediente narrativo del diario di una dei personaggi che permette svariati flashback e, di conseguenza, l'approfondimento delle altre figure del romanzo, e, non ultima, una conoscenza letteraria e musicale non comune e a 360 gradi, che farebbe letteralmente impallidire molti pseudo-esperti. Capirete che a me, personalmente, la cosa ha colpito molto, così come ha colpito il fatto che l'autrice sia in grado di sciorinare tali conoscenze innanzitutto senza darsi troppe arie, dopo di che usandole doverosamente, quando ce n'era bisogno, a totale beneficio della storia. Aggiungerei ancora, sull'argomento, che come capirete mi tocca da vicino, che a parte la dedizione, sempre dell'autrice, ai personaggi, si evince con forza dalla storia, una implacabile passione per i due temi citati poco prima, la letteratura, nello specifico la poesia (perfino il titolo è estratto da una poesia, di Dylan Thomas), e la musica; riguardo a quest'ultima, badate bene, non parlo solo di musica rock, ma di tutte le sue coniugazioni, e perfino di classica.


Detto questo, due parole sulla trama. Steven "Steve" Williams è un musicista geniale, che incarna alla perfezione lo stereotipo del musicista rock: urgenza comunicativa, vita bruciata in fretta condita da tormenti familiari ed interni, sessualità "completa" (passatemi il termine), amore per alcol e droghe; discesa agli inferi e lenta risalita, ospedali, rehab, trasferimento lontano quanto basta dal suo vecchio mondo, moglie perfetta che gli lascia una libertà invidiabile, e due splendide figlie piccole. Eppure, il ricordo di un amore del quale sente ancora una mancanza tremenda, devastante, lo tormenta, e non gli permette di godersi questo paradiso che sembrava decisamente non meritarsi. Chiave di volta di questo ritorno di fiamma, il diario di una fan sfegatata, che versa, purtroppo, in gravi condizioni.


Non aggiungo altro, perché vorrei mettervi curiosità. Il libro è bello e coinvolgente, ed in tutta sincerità, auguro all'autrice di vincere le difficoltà (di cui detto in apertura), e di riuscire, in un futuro non troppo lontano, a regalarci almeno un altro romanzo di questo livello. Un passo alla volta, Rita.

2 commenti:

exit ha detto...

Grazie Ale, io non sono altrettanto generosa con me stessa, ma di te mi fido. :)

Volevo solo precisare che, benché uscito due anni fa, il libro è ancora disponibile su IBS (e ovviamente è ordinabile presso le librerie).

Inoltre, in merito ad Arriaga, ricordo di aver letto un’interessantissima intervista in cui lui dichiarava di soffrire di un disturbo neurologico che gli impedisce di scrivere una storia in modo consequenziale, sviluppandola cioè in senso cronologico. La qual cosa mi ha consolata non poco dal momento che anch’io non riesco a scrivere se non confondendo e sovrapponendo i piani del racconto. Non che io mi possa paragonare neanche lontanamente a un grande sceneggiatore come Arriaga, il fatto è che non riesco a vedere la realtà da un unico punto di vista. Del resto il nostro presente è sempre continuamente attraversato da ricordi del passato e progetti futuri. Dunque un racconto in cui diversi piani temporali si intersecano, alla fine, mi pare molto più aderente alla realtà del personaggio.

jumbolo ha detto...

Hai fatto bene a precisare, in effetti l'avevo pure visto su IBS. Fai bene anche a fidarti, del resto sono candidato al "recensore dell'anno", non si sa ancora quale anno però :))
Curiosa quella cosa su Arriaga. Tra l'altro, io ho letto solo "Il bufalo della notte", ma non mi piacque. Ma le sue sceneggiature si. Ed ha un senso anche quello che dici, sul flusso dei pensieri e sui punti di vista della realtà.

Preparati ad un'intervista
:))