Hermanas - di Julia Solomonoff (2005)
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: firmettino per appassionati di curtura ispanoameri'ana
Nel 1984, dopo otto anni di separazione, Natalia Levin, giovane reporter di guerra di base in Spagna ma argentina di nascita, arriva in Texas dove si è stabilita la sorella maggiore Elena, con il marito Adriàn ed il figlio Tomàs, di circa otto anni. Insieme, riesumano dalla soffitta una bozza dell'ultimo libro non pubblicato dal padre David, e rileggendolo capiscono che il padre stava raccontando la loro storia fino al 1976, anno in cui Natalia fu costretta all'esilio, dal quale non tornò neppure per i funerali del padre. La cosa scatena conseguenze inattese, ricordi sopiti, tensioni inespresse e, alla fine, verità sottaciute.
Film che in fin dei conti racconta una realtà già raccontata più e più volte, anche in maniera più cruda e spettacolarmente dolorosa, ma che mi attirava sia perchè mi sento ormai stranamente legato alla terra argentina, sia per la presenza di due attrici interessanti, che qui recitano proprio la parte delle due sorelle protagoniste, le due hermanas del titolo: Ingrid Rubio nei panni di Natalia, l'abbiamo vista in Salvador - 26 anni contro, è catalana ma molto attiva anche nel cinema argentino, tanto da recitare a mio giudizio con un dignitoso accento argentino, e Valeria Bertuccelli, nei panni di Elena, l'abbiamo vista in XXY (e il vostro cronista preferito l'ha recensita in Un novio para mi mujer e Luna de Avellaneda).
Il film risulta un po' freddo nella messa in scena, forse volutamente tende a far apparire asettica tutta la parte texana, ma tutto sommato, pur facendo ampio uso di flashback, è abbastanza scorrevole e racconta una storia interessante svelandola un po' alla volta, fino al colpo di scena finale che lascia un certo gusto amaro.
Prodotto tra gli altri da Walter Salles (Central do Brasil, I diari della motocicletta), conta anche su una piccola parte di Eusebio Poncela, bravissimo attore spagnolo che si vede poco sul grande schermo [era in Matador di Almodovar, e in film ispano-argentino molto bello che purtroppo non è uscito in Italia, Martin (Hache), di Adolfo Aristarain].
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