Eccoci qua, di nuovo stanchi, di nuovo di ritorno a casa dopo non averci dormito per qualche notte, di nuovo pronti per tornare a lavorare stanchi domattina. Ma senza dubbio più ricchi di spirito.
Non è un post sulla band svedese, nonostante sia contento di sapere (grazie ad Andrea "Buzzone") che sono al lavoro con Rick Rubin e che il prossimo mese uscirà il loro nuovo lavoro The Cross Of My Calling; l'inversione, lo sbaglio nelle parentesi del titolo è voluto.
Quindi. Insieme ad un'amica siamo andati a Ferrara (foto, la Cattedrale) all'evento Internazionale a Ferrara, sottotitolo un weekend con i giornalisti di tutto il mondo. Prima di tutto, dobbiamo (io e l'amica) ringraziare l'amico Mazza perchè in pratica ci ha ospitato per due notti, visto che eravamo disperati per esserci decisi all'ultimo momento e non trovavamo dove pernottare. Detto questo, nonostante per ovvi impegni lavorativi ci siamo persi l'intera giornata di venerdì, che, tra le altre cose interessanti (qui il programma), si chiudeva con la chicca di Noam Chomsky intervistato in videoconferenza da Lucia Annunziata, sabato mattina siamo partiti dall'hinterland bolognese dove, appunto, eravamo ospiti, per la città estense. Parcheggiato l'auto andiamo verso il centro e cominciamo ad "ubicarci" per capire dove erano tutti i luoghi dove si svolgevano gli eventi. Passiamo intorno al castello e arriviamo alla Sala Borsa dove c'è la rassegna stampa, consultiamo il programma e decidiamo di saltare l'incontro con lo scrittore cinese Yu Hua ecc.ecc. per dare la precedenza a David Randall alla Sala Estense, alle 12. Facciamo un ulteriore giro e ci imbattiamo in una mostra fotografica sulla Palestina nel Chiostro San Paolo e ne veniamo rapiti per oltre un'ora. Quando arriviamo alla Sala Estense scopriamo con orrore che è tutta piena e molte decine di persone sono rimaste fuori. Si può ascoltare da fuori, nella piazza del Municipio, tramite un impianto stereo. Ok, dobbiamo ripensare il programma. Decidiamo una strategia: andiamo a mangiare subito e speriamo di beccare l'uscita dall'evento in corso per metterci in fila per il seguente, sempre alla Sala Estense, denominato Black Out: il mondo senza petrolio. La strategia funziona. L'incontro non è eccezionale, ma interessante, anche questa volta molta gente resta fuori. Alla fine usciamo, perchè scopriamo che non si può rimanere in sala per non meglio precisate ragioni di sicurezza (?!?!?!), e ci rimettiamo in fila fuori. Ci sembra di avere una buona posizione, la tavola rotonda in programma è su gli uomini italiani visti dalle donne straniere, e insomma, aprono le porte e la sala si riempie in poco tempo con le persone che sono davanti a noi, rimaniamo fuori. Incazzatura. Cambio di programma. Susy, l'amica che è con me, si mette in fila al Cinema Apollo, subito dopo l'inizio dell'evento che comincia alle 17, per quello delle 18,30, che prevede Jason Burke dell'Observer di Londra, esperto di terrorismo, e la grande Loretta Napoleoni, economista preparatissima e caustica, che discutono insieme a Maurizio Torrealta di terrorismo internazionale. Io mi faccio un giro verso il Café de la Paix dove Roberto Ampuero sta per presentare il suo romanzo I nostri anni verde oliva, introdotto da Omero Ciai, ma non lo vedo neppure iniziare perchè voglio tornare da Zuni, un circolo Arci nel solito vicolo del Cinema Apollo, dove ci sarà Pier Andrea Canei che presenta la sua rubrica Playlist dal vivo. Attendo l'apertura e familiarizzo con ragazzi e ragazze che attendono con me. Tutti concordano che Ferrara e il suo centro storico non bastano più, io l'anno scorso non ce l'ho fatta ad esserci ma la storia era la stessa, troppa gente per i posti troppo piccoli, belli belli ma piccoli. Mi aspettavo più chiacchiere e più freddure, invece Pier mette musica, buona e particolare (perfino Ornella Vanoni), il locale è piccolo e strapieno, offrono aperitivi e stuzzichini gratis, c'è un viavai quasi insopportabile. Dopo di lui, Yocci presenta Giornale Ferrara, la timidissima giapponese che, scopro, vive esattamente nel paese dove siamo ospitati noi dall'amico Mazza. L'incontro è surreale, Yocci a malapena parla a monosillabi, però disegna, ride, si nasconde il viso. Incontro un amico del paesello, che visto Canei se ne va per vedere Gipi alla Sala Estense, io passo perchè se mi vedo Yocci faccio tardi, e infatti quando l'incontro con Yocci finisce aspetto Susy fuori dall'Apollo e mi becco le ultime battute al video esterno, la Napoleoni ne dice una bellissima, talmente bella che me la porterei a cena (in risposta ad una domanda di una ragazza del pubblico che chiede cosa ne pensano delle teorie sull'11/9 e sul fatto che gli USA si sarebbero auto-inflitti la catastrofe per scatenare le guerre conseguenti, domanda alla quale Burke risponde dicendo che è preoccupante che alcune persone pensino ciò, Loretta dice "non credete a chi dice che sarebbe successo questo, semplicemente perchè i neo-con americani non sono abbastanza intelligenti per organizzare una cosa del genere"). Andiamo a cena e Susy mi racconta come è stato, e che la Napoleoni ha raccontato un sacco di cose interessanti.
Dopo cena torniamo verso la piazza del Municipio e ci vediamo il concerto gratuito dell'Orchestra di Piazza Vittorio, piazza gremita, gente che balla, loro bravissimi, in alcuni momenti sono in 13 sul palco, vengono dal sud dell'Italia, da Cuba, Argentina, Africa, mi ricordano in alcuni momenti i Tinariwen ed in altri Manu Chao. Ottimi. Ne vediamo un'ora, poi ci avviamo al parcheggio che abbiamo un'ora di strada prima di dormire.
Stamattina stessa ora, stesso copione. Alle 10 e poco più siamo a Ferrara, parcheggiamo e andiamo dritti in centro, ci mettiamo in fila per Ethical Living. Le 5 regole del viaggiatore con Leo Hickman del Guardian, saluto alcune persone conosciute anche solo di vista il giorno precedente. Interessante, niente che non sappiamo già, sia chiaro, ma alla fine alcune cose che dice Hickman con quel suo tono delicato e modesto mi commuovono. Si sa, sono un tenerone, e figuriamoci se non mi commuovo sulle disparità del mondo. Usciamo e ci dividiamo: Susy va verso l'Apollo per un dibattito sugli inviati di guerra, io mi rimetto in fila per Neil Swaab e il suo Mr. Wiggles. Sono piazzato benissimo, non c'è paura di non entrare. In prima fila c'è l'amico del paesello incontrato ieri, ci scambiamo un paio di battute a distanza, ne arriva un altro, ci salutiamo, mi dice che l'avevano avvertito che c'ero. Quando trovi delle persone spesso nei soliti posti, capisci che anche se ci sono diversi anni di differenza (ultimamente sempre a mio sfavore, cioè sono sempre quello più vecchio), puoi stimare tranquillamente queste persone anche senza conoscerle a fondo. Poi magari ti capita che ti ci fermi a parlare per un po' e ti sembrano anche meglio. E quindi addirittura passano due ragazze conosciute in fila per Canei ieri e si avvicinano facendo finta che io tenevo il posto anche per loro tanto lo fanno tutti. Entriamo, e Swaab è buffo quasi come il suo orsetto, mi diverto e avrei una domanda da fargli (visto che sia io, sia Swaab, sia il Neil amico di Mr.Wiggles nel fumetto siamo pelati, vorrei sapere perchè non hai avvertito Neil a fumetti che la masturbazione fa cadere i capelli), poi capisco che gli ruberei la scena quindi desisto, me lo godo fino in fondo, all'uscita c'è Susy che ha terminato positivamente il "suo" dibattito, mi racconta un po' di cose e mangiamo qualcosa al volo (sono le 16 e io non mangio da colazione) e decidiamo di andarcene. Camminiamo per le vie di questa splendida città che ha un sacco di cittadini che la percorrono in lungo e in largo, tanto il pomeriggio della domenica come la sera del sabato, organizzata benissimo, le manca solo il mare.
Però, caro Internazionale, è arrivato il momento di crescere e di affittare il palazzetto da 10mila posti. Capisco che il centro storico è bellissimo, che i luoghi sono affascinanti, ma le code fanno desistere le persone alla fine.
Nonostante tutto, che bel weekend. In questa Italia sempre più destrorsa e berlusconiana, fa piacere incontrare la minoranza tendenzialmente extra-parlamentare e vedere che tutto sommato sta bene. E che, nonostante quel che ne pensi la maggioranza, vede molto al di là del proprio naso.
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