Del concerto di Padova ho ricordi vari. L'attesa fuori dal palasport e una lepre che scappa dai cespugli circostanti. La mia Uno Fiat carica fino nel bagagliaio per dare uno strappo alla stazione a due compaesani incontrati lì, due che non avrei mai pensato di trovare a vedere i Metallica. La delusione scoprendo che come band spalla c'erano gli italiani R.A.F., che in quel periodo avevano un santo in Paradiso (me li ritrovai pure a Scandicci prima dei Manowar, ed erano stati a SanRemo ad accompagnare Jovanotti). Il palco con la statua della Giustizia che crolla durante (ovviamente) And Justice For All. L'assolo di Kirk sulle note di Little Wing con Lars che rientra e lo accompagna alla batteria. La felpa che comprai all'uscita e che, believe it or not, conservo ancora oggi. Il palazzetto che non era completamente pieno (fino a qualche anno fa era normale), ma anche la consapevolezza che i Metallica stavano diventando qualcosa di grosso. Un fenomeno mondiale.
Intanto, gli orizzonti si allargano. Da una parte l'hard rock e il metal in tutte le sue sfaccettature - tra il 1988 e il 1991 in concerto si vedono: Def Leppard (in molti conoscono l'aneddoto, ad ogni modo entro al Palasport di Firenze con un pass stampa molto prima dell'apertura dei cancelli, e mi si presenta davanti questa scena: la band di Michael Schenker, lui compreso, che effettua il soundcheck sul palco e i Def Leppard che giocano a calcio insieme ai loro roadies in platea), gli Aerosmith (con i Cult di spalla), i Queensryche (con i Lynch Mob del fuoriuscito chitarrista omonimo - George Lynch - dai Dokken), i Motley Crue (con gli Skid Row) e ancora i Motorhead nei palazzetti; addirittura i Saint Vitus al Macchia Nera e uno strabiliante Extrema/Corrosion Of Conformity/D.R.I. al Palazzetto di via dei Pensieri a Livorno (concerto dove riuscii a convincere il mixerista americano a mettere in diffusione The Abbey Road EP dei Red Hot Chili Peppers, visto che, nel 1991, non si riuscivano a trovare né cd né dischi dei RHCP, e ancora non era riuscito ad ascoltarli, seppur convinto che mi sarebbero piaciuti, avendone letto in una certa maniera). Dall'altra, Million of Dead Cops, God, Fire Party (queste ultime due band da me intervistate nell'ottica del mio programma radiofonico, i grandissimi olandesi God nel loro furgone nel cortile del Macchia Nera, la cantante delle Fire Party sul palco mentre incollava le scalette, con la preziosissima collaborazione dei ragazzi della Wide Records), Social Unrest, Ceresit, Teste Marce, Fugazi (si, avete letto bene), Negazione più volte (memorabile un colloquio veloce tra me, Zazzo e Marco dove io gli chiedevo che cazzo gliel'aveva fatto fare di venire a suonare in un posto come il Topsy a Livorno, gestito di merda, e loro che rispondevano a fine concerto che se l'avessero saputo prima di certo avrebbero evitato), Raw Power, No Means No, Jingo De Lunch. Altro aneddoto fra parentesi, nel (credo) 1988 con la band dove militavo allora, aprimmo per i Negazione calcandolo proprio, il palco del Macchia Nera di Pisa.
Nel mezzo, il crossover e il grunge che muovono i primi passi. E allora ecco che mi vedo Jane's Addicition (memorabile concerto al Politeama di Cascina con Perry Farrel che si presenta sul palco con un fiasco di vino rosso con l'impagliatura - non una bottiglia, proprio un fiasco - e gli occhiali da sole a mosca, e termina il concerto buttandosi nel mezzo al pubblico per picchiarsi con uno delle prime file), Mudhoney (altro concerto indimenticabile, al Velvet di Rimini, con questi quattro deficienti che si fanno gavettoni di birra mentre suonano e fanno a gara per passarsi sotto le gambe l'un l'altro), dei Litfiba non ancora bolliti, i Living Colour in grande forma, i Primus (con i Limbomaniacs di spalla, una meteora che ricordo con piacere) al Tenax di Firenze che passano tra il pubblico a distribuire verdura, e addirittura gli UB40 (anche se rischiai di addormentarmi, abituato com'ero ad altri "ritmi").
Per dire che la vita andava avanti tra nuove tendenze musicali, il programma in radio, la band (a cavallo del 1991 ne uscii ed entrai in un'altra che rispondeva maggiormente alle mie nuove "esigenze"), un nuovo lavoro (quello che conservo ancora oggi, for God's sake) e una fidanzata in meno. Arriva così l'estate del 1991, e alle Spiagge Bianche, fra metallari, non si fa che parlare dell'imminente disco dei Metallica. Bob Rock è il produttore, e la mente va subito a Bon Jovi. C'è chi vocifera dell'uso addirittura di un'orchestra. Terrore, sospetti, attesa. Tra l'altro, l'album esce in agosto, periodo strano, in cui di solito non esce niente, e già in settembre i quattro saranno live in Italia, al Monsters Of Rock. Il titolo non c'è. Omonimo.
5 commenti:
Eccolo il dieci! :)
Fra tutti i nomi che hai fatto mi mastico i gomito solo per i Fugazi e i Jane's. Era nel periodo in cui suonavano con la formazione originale o c'era già Flea a fare da turnista?
origginale, 1992
un bel finale cliffhanger che ci
fa aspettare col fiato sospeso
l'11a parte
:)
prova
ale
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