No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20081021

non si esce vivi dagli anni '80? parte 2

la prima parte, ieri

Una cieca esaltazione e adorazione del denaro, dei mercati, della Borsa, congiunta a una fede, altrettanto cieca, nella giustizia dell'ingiustizia, della furbizia, della provocazione, del successo a ogni costo si è diffusa rapidamente nella cultura, trasformandola in cultura spazzatura, comunque in una cultura usa-e-getta, in cui non c'è posto per l'etica del limite (inclusa l'etica dei propri limiti) e in cui difatti ogni sorta di volgarità (spettacolare, drammatica, strumentale, pur sempre gratuita) oltrepassa sempre ogni limite. Figlia naturale di ciò è chiaramente la televisione commerciale, parte ormai integrante della nostra cultura in senso lato, dato che l'industria dell'ignoranza è penetrata nelle nostre vite quotidiane, con toni peraltro ingordi, minacciosi, orwelliani - e pensare che 1984 è uscito nel 1949 e che George Orwell avrebbe trovato qualche difficoltà a credere che "Il Grande Fratello" si sarebbe trasformato in una trasmissione di successo. Questa nostra televisione ci offre raramente cultura nel vero e proprio senso del termine: non mi riferisco alla cultura "alta", coltivata ormai solo dai pochi e veri intellettuali sopravvissuti; piuttosto a quella cultura di base che trasmette conoscenze, educazione, valori, conferendo competenze, significati e scopi all'esistenza di ognuno di noi.Proprio come nella caverna di Platone possiamo vedere solo ombre che pensiamo rappresentino l'unica realtà, siamo oggi incatenati alla televisione e crediamo realtà quanto vi viene trasmesso. Ciò che è percepito come reale si sostituisce al reale, la fiction si sostituisce alla realtà, l'illusione si sostituisce al fatto: a permanere sono solo tanti reality show, in cui gli spettatori vivono da protagonisti consenzienti, o addirittura ignari. Era sostanzialmente questo il pericolo che Sir Karl Popper individuava nella televisione irresponsabile, manipolatrice, incapace di educare, anche se la sua tv presentava caratteristiche senz'altro meno villane e triviali di quella presente. Se è contraddittorio per un liberale come Popper affermare la necessità di porre limiti alla libertà d'espressione? Affatto. Ogni libertà necessita di venir contenuta, ha replicato Popper: così come in città non posso circolare in auto a 200 km all'ora perché, se investo qualcuno, gli procuro un danno fisico, così non posso dire quel che mi pare (per esempio, spacciare illusioni per fatti), perché danneggio epistemicamente chi mi ascolta.

continua

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