Da D la Repubblica delle donne nr.618
di Zygmunt Bauman
Uscito in un'epoca che ancora non conosceva i pc, i telefoni cellulari e l'iPod, il film di Robert Bresson Il Diavolo probabilmente aveva per protagonisti alcuni giovani palesemente disorientati. Erano alla disperata ricerca di uno scopo e di un proprio ruolo nella vita, e intanto si interrogavano sul significato stesso di "ruolo". Gli adulti non fornivano loro alcun aiuto, anzi: nei novantacinque minuti che conducono al tragico epilogo, sullo schermo di adulti non vi è traccia. In una sola occasione i ragazzi, assorti nel tentativo - inesorabilmente destinato a fallire - di comunicare gli uni con gli altri, notano la presenza degli adulti, ed è quando, stanchi, si raccolgono affamati attorno a un frigorifero colmo di provviste, messe a disposizione dai genitori - che per il resto rimangono invisibili. Negli ultimi anni la visione di Bresson si è rivelata e confermata abbondantemente profetica. Il regista infatti seppe intravedere le conseguenze della "grande trasformazione" a cui lui e i suoi contemporanei stavano assistendo, ma che solo pochi avevano notato: il passaggio da una società di produttori - operatori e soldati - a una di consumatori - individui e persone acriticamente assuefatte a mode passeggere. Nella società "solida-moderna" dei produttori/soldati, il ruolo dei genitori consisteva nell'instillare nei figli l'autodisciplina necessaria a far fronte alla monotona routine di un impiego industriale o alla vita di caserma. I genitori, inoltre, si offrivano come modelli di un comportamento regolato da precise norme.
Michel Foucault (1) prese la sessualità infantile, e il "panico da masturbazione" del XIX e del XX secolo, ad esempio del rifornitissimo arsenale di munizioni a cui i genitori di quell'epoca ricorrevano al fine di assicurarsi la legittimazione e promozione del rigido controllo e della sorveglianza a tempo pieno da loro esercitati sui propri figli (vedi nota 1 a fine testo). Un ruolo genitoriale di questo tipo richiedeva una presenza costante, attenta e curiosa, presupponeva la prossimità fisica e si basava su studio e osservazione insistenti. Implicava la vicinanza e uno scambio di sensazioni intense; richiedeva uno scambio di informazioni, e non esitava a ricorrere alle domande pur di estorcere ammissioni e confidenze che andassero oltre le domande stesse.
continua
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