No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090619

live in rozzano


Red Water + Gengis Khan Voodoo Jacket + Estere, 5 giugno 2009, Area 51, Rozzano (MI)


Occasione imperdibile: di venerdì sera due amici che suonano in due band diverse si esibiscono sullo stesso palco. Non proprio dietro l'angolo, ma se Parigi val bene una messa, due amici valgono bene una sfacchinata. E non solo: molti altri (amici) saranno tra gli spettatori.


L'Area 51 è un capannone, neppure molto grande, ma direi ben organizzato: un bancone lungo quasi tutto un lato, un palco bello alto, molto spazio per chi vuol vedere, e una specie di cortile dove, ideona, il venerdì sera c'è grigliata gratis. Il locale ti offre la carne cruda, tu te la cuoci e non paghi, ma paghi da bere. Come potete facilmente immaginare, c'è molta gente, e piuttosto giovane. Ma proviamo per un istante ad immaginare che questa "molta gente" sia qui per le tre band.


Gli Estere salgono sul palco per primi, e non li ho ancora visti con Davide, il nuovo cantante, all'opera, anche se ho sentito l'ultimo quattro pezzi Strega rendendomi conto delle potenzialità ancora da sviluppare, con pezzi composti per la sua voce. A dire la verità, è passato un bel po' di tempo dall'ultima volta che li ho visti live, perchè non ho ancora visto dal vivo neppure Feo, il batterista, che è nella band ormai da tempo. Lo sapete più o meno tutti, ma anche chi non è ferratissimo avrà capito che sono legato a questa band. A parte questo, la loro prova è rassicurante, la migliore che abbia visto personalmente, nonostante i suoni sul palco, saprò dopo, non fossero dei migliori. Livio, chitarra, senza il fardello del canto è libero di dare sfogo al suo estro chitarristico lasciandosi andare anche, soprattutto nei pezzi nuovissimi, ad assoli particolarmente ben riusciti, e ad abbellire il repertorio. Sbresi, basso, è sempre molto bravo a livello tecnico, non c'è il rischio di dover ricorrere ad una chitarra ritmica! Feo è preciso e concentrato, forse un po' autolimitando il suo estro, un po' come la storia di Adam Clayton che ha "snellito" il suo stile bassistico per dare risalto a quello chitarristico di The Edge negli U2 (e mi scuseranno gli Estere se li paragono a dei dinosauri, ma era solo per spiegare un concetto complesso). Davide dal vivo abbatte i paragoni che gli erano "piovuti" addosso, dovuti alla somiglianza del suo timbro con quello (nientemeno) di Max Pezzali, e dimostra tutta la sua estensione, davvero impressionante. Delle nuove, mi piacciono al primo ascolto Invisibile e soprattutto Spine. La chiusura, affidata alla ormai storica Duello sul porto di Livorno, è esaltante più per la band che per il pubblico sotto al palco (noi), che cantiamo il ritornello in coro e a squarciagola.


Vengo a sapere che i Gengis Khan Voodoo Jacket, che si esibiscono dopo gli Estere, sono senza il bassista, per cui il chitarrista/cantante Luca (che prima del concerto apprezza oltremodo la mia t-shirt dei Los Natas) si adegua suonando il basso oltre che cantando. Il suono è grezzo come piace a me (così capite il perchè dell'aneddoto della t-shirt), molto stoner classico, volumi alti (fortunatamente), e quindi, nonostante la defezione, il pollice è all'insù per i GKVJ.


Chiudono la serata i Red Water degli amici Beach (voce e sex symbol) e Zio Peter (chitarra alla Andrew Ridgeley), purtroppo martirizzati dai suoni praticamente impossibilmente bassi e confusi (che il volume fosse stato interamente "consumato" dai GKVJ?). Nel loro repertorio ci sono cover piacevolissime, per un pubblico rock-oriented affascinato dallo stoner, ma anche dai Tool e dagli Isis, cover che spaziano dagli Unida a Mark Lanegan passando ovviamente per i Queens Of The Stone Age, e due pezzi loro sui quali stanno lavorando da un po', che fanno la loro figura, e denotano una interessante vena prog-metal senza scadere in eccessivi virtuosismi. Suggerisco loro di insistere con i pezzi propri e, poco a poco, lasciare da parte le cover, mantenendo giusto quelle che servono per rimpinguare il repertorio. Vabbè, quella degli Unida però fatela sempre! Buona la prova vocale di Beach, piuttosto bravo il batterista che però a volte esagera (sbagliando, ma è molto giovane quindi ha ampi margini di miglioramento), difficilmente giudicabili le prove dei ragazzi alle sei e quattro corde visti i suoni impastati e i volumi bassi, come già detto.


Una bella serata tra amici, alcuni che non vedevo da un po', con un panorama che, data la discreta presenza di giovani donzelle di una certa beltà, sembrava pure più bello.


Nella foto, scattata da Cla, Filo con una t-shirt dai molti richiami.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

no, avendo i red water alzato troppo gli ampli le spie sono partite...
: )
beata gioventù.
Mau

Nemesi ha detto...

recensione stupenda, ovviamente.

però devo correggere il maestro di vita mau...gli ampli erano al minimo (se abbassavo quello di livio non suonava, l'ho usato sull' 1 e mezzo)...il problema è stato il fatto che sopra non si sentiva nulla e che a quanto pare fuori mancavano bassi e volume.
io più che fare segni al fonico non potevo.
poi è saltata una spia e si è spento il microfono, giusto per :P

ciui a tutti,

beach

Anonimo ha detto...

: ))) maestro di figa...
a me il fonico ha detto così haha... mi ha fatto ridere..
Mau