Amore e altri crimini - di Stefan Arsenijevic 2009
Giudizio sintetico: si può perdere
Belgrado, oggi. Anica ha qualcosa a che vedere con la Russia, ma vive a Belgrado ed è la donna di Milutin, un boss malavitoso/mafioso di quartiere, che possiede un solarium come copertura, con un lettino solare che fa i capricci; Milutin mantiene due scagnozzi, Stanislav e Nikola, e una impiegata, estorcendo il pizzo a poveracci con miseri chioschi: fa pagare il pizzo addirittura alla donna di Nikola. Milutin ha anche una figlia, Ivana, con manie depressive, che non parla con nessuno.
Anica è stanca, rivuole indietro la sua vita. Decide di rubare i soldi che sono nella cassaforte del solarium e di fuggire in Russia. Ma non è la sola...
E' vero, è un debutto, questo del serbo Arsenijevic sulla "lunga distanza", e c'è del buono: i dialoghi rarefatti, un discreto senso del sarcasmo, una sceneggiatura tutta in bilico tra il gangster-movie bislacco, il film comico balcanico e quel sentimento malinconico di incompiutezza che le storie di vero amore portano con sè, alcuni momenti molto divertenti, personaggi strambi tutti con le loro fisse.
Dal punto di vista tecnico-registico, una fotografia virata verso il grigio, un colore che evidentemente rappresenta il dopoguerra serbo, e lo sfruttamento interessante delle simmetrie architettoniche delle strutture abitative tipiche del comunismo modernizzato.
La verità è che il film stenta a decollare, anche se nella parte centrale dà il meglio di sé e lascia ben sperare, ma l'inizio è stentoreo e il finale non è all'altezza. La colonna sonora è ridondante, e dopo aver strappato qualche sorriso stanca decisamente. Gli attori sono sufficienti, ma non c'è nessuno che spicchi particolarmente sugli altri.
Manca senz'altro qualcosa per avvicinarsi a realtà scoppiettanti del cinema balcanico.
5 commenti:
ah, dimenticavo: belli i titoli di testa.
giusto un appunto tecnico, so che ci tieni.
non credo che sia corretto parlare di fotografia "virata" verso il grigio. in quanto il viraggio è una tecnica fotografica per la stampa in bianco e nero. Si tratta infatti di procedimenti chimici che modificano la colorazione dei sali d'argento allo scopo di modificare la colorazione di una foto in b/n. Il più famoso è il classico viraggio seppia.
Per la fotografia a colori, credo sia più opportuno parlarere di dominanti e tonalità.
Nel caso di questo film ho dato un'occhiata al trailer ed agli screenshot per farmi un'idea. E l'idea che mi sono fatto è che per la fotografia si siano tenuti su una dominante piuttosto "fredda" (spesso le zone più illuminate del'inqudratura (highlights) tendono all'azzurognolo. È la scelta degli sfondi, in prevalenza grigi, che ha portato il grigio a diventare il colore predominante. Con il risultato (interessante) di dare rilievo ai pochi colori presenti in scena.
Probabilmente c'è stato anche un lavoro di desaturazione del colore, che ugualmente porta tutta l'immagine verso il grigio.
spero di essere stato utile e non saccente. magari il tuo amico fotagrafo può smentirmi brutalmente e dire qualcosa di più.
beso.
alla fine non ho capito un cazzo ma quel che mi preme è sapere che non si dice virata ma sui toni.
perfetto e grazie
in effetti era buttata giù un po' alla samu...
1) il viraggio è un procedimento chimico di camera oscura per la fotografia in b/n (in pratica si usano "bagni" particolari per la stampa delle fotografie - hai presente quando nei film fanno vedere, nello stanzino con la luce rossa, che il fotografo fa galleggiare le foto in bacinelle con del liquido dentro? ecco quelli sono i bagni per la stampa)
2) per la fotografia a colori si può parlare di dominante, se la luce invece di essere bianca (come si suppone sia quella solare) risulta giallognola, o azzurrina (ad esempio). hai mai provato a scattare una fotografia in casa, usando la luce delle normali lampadine al tungsteno? il tono della luce risulterà giallino perchè la dominante di quelle lampade è appunto gialla (calda). in giornate nuvolose invece le nubi "filtrano la luce solare, che diventa più azzurrina (fedda)
3) l'utilizzo di un colore in prevalenza, attraverso l'uso di filtri, operando in post-produzione o anche durante le riprese semplicemente attraverso la scelta di sfondi e inquardature, può portare la foto ad assumere una certa tonalità.
4) la saturazione di un colore indica l'intensità di una data tonalità. più il colore è saturo, più risulta vivo e brillante. desaturare significa "smorzare" ono o più colori portandoli verso il grigio.
nel caso del film, direi che la dominante è in prevalenza "fedda" perchè la luce mi pare azzurrognola. questo lo si nota nelle zone più luminose della fotografia (nelle parti più "esposte") che invece di essere tendenti al bianco puro, tendono all'azzurrino.
la scelta di sfondi (grigi) e il lavoro di desaturazione di alcuni colori in post-produzione, porta tutta la fotografia verso una tonalità appunto grigia.
spero di aver reso più chiaro il tutto (che comunque rimane passibile di madornale smentita - mica son come te e sirvio che c'avete sempre ragione!).
molto interessante.
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