Rocknrolla - di Guy Ritchie 2009
Giudizio sintetico: si può vedere
"People ask the question... what's a RocknRolla? And I tell 'em - it's not about drums, drugs, and hospital drips, oh no. There's more there than that, my friend. We all like a bit of the good life - some the money, some the drugs, other the sex game, the glamour, or the fame. But a RocknRolla, oh, he's different. Why? Because a real RocknRolla wants the fucking lot."
“La gente chiede…cos’è un RocknRolla? E io rispondo che non si tratta solo di pestare sulla batteria, farsi di droghe o beccarsi flebo in ospedale. C’è molto più di questo, amico mio. A tutti noi piace un assaggio di Bella Vita. Qualcuno vuole i soldi, qualcun altro vuole la droga, altri ancora vogliono il sesso, il glamour o la fama. Ma un RocknRolla, bè, lui è diverso. Perché? Semplice. Un vero RocknRolla vuole tutto il fottuto pacchetto”.
Archie, la voce fuori campo che ci guida attraverso la Londra di oggi, dove la malavita si "mette in regola" e i boss hanno, oltre agli avvocati, dei consulenti finanziari, è al soldo di Lenny Cole, che fa soldi con il mercato immobiliare. Lenny ha, come si suol dire, "le mani in pasta" dappertutto, ed è scaltro. Ha qualche scheletro nell'armadio: Johnny Quid, una rockstar tossica e carismatica, morta ben tre volte, è il suo figliastro, e non ha mai avuto con lui un buon rapporto.
One Two e Mumbles, due esponenti di spicco della gang del Mucchio Selvaggio, provano a mettersi in affari con Lenny ma ne escono debitori di brutto. Nel frattempo, Lenny si mette nei guai con il boss rampante Uri Omovich, russo e proprietario di una squadra di calcio (vi ricorda qualcuno?): Uri gli promette del denaro per ungere il consiglio comunale, ma quando manda i suoi scagnozzi a ritirare l'ingente somma, due ladruncoli glielo rubano. Due volte! Uri, come segno di apprezzamento, alla "firma" dell'accordo presta a Lenny il suo dipinto porta-fortuna, ma il dipinto, nel frattempo sparisce. Anello di congiunzione tra tutti questi personaggi, la bellissima e sofisticata Stella, la commercialista di Uri, con la passione delle scarpe di Louboutin.
I film di Ritchie, a parte quelli veramente brutti (il remake della Wertmuller Travolti dal destino), dividono gli spettatori, e quest'ultimo Rocknrolla (titolo accattivante ma manca un dovuto omaggio ai Judas Priest, che aprirono la loro carriera nel 1974 con Rocka Rolla) non smentisce l'assunto.
Fotografia patinata, ingrigita e metallizzata, molto bella a vedersi, già dai titoli di testa si presenta stilosissimo e piacevolissimo per gli occhi. Ritmo vertiginoso senza essere mozzafiato, dialoghi brillanti al limite del nonsense ma assolutamente divertenti, colonna sonora, inutile dirlo, molto bella e azzeccata. Fin qui tutto bene.
Il lato negativo è un'eccessiva macchinosità della sceneggiatura, una discreta durata del tutto, una leggera ridondanza delle situazioni, un esagerato uso delle citazioni che stanno a metà tra l'omaggio e il plagio (a voi il divertimento di cercarle).
Cosa resta? In pratica, un film stilisticamente impeccabile e, anzi, perfino coraggioso e innovativo, con una storia talmente complessa da risultare esile e dimenticabile.
Gli attori sono ben diretti, questo dobbiamo dirlo. Wilkinson (Lenny Cole) non aveva bisogno di questo film per ricordarcelo, Butler (Leonida in 300, qui One Two) bravo (nella versione originale si apprezza anche per l'accento "da immigrato"), Idris Elba (indimenticabile Stringer Bell di The Wire, qui Mumbles) sufficiente, colpiscono soprattutto Toby Kebbel nei panni di Johnny Quid (lo avevamo visto in Control apprezzandolo in una parte minore ma non troppo, quella di Rob Gretton), convincente sia da tossico che da "ripulito", seppur per pochi secondi, e Mark Strong nei panni di Archie (molti recensori hanno notato che in questa parte somiglia moltissimo ad Andy Garcia, versione Ocean's di Soderbergh, ed è vero, ma risulta più cattivo; lo abbiamo visto, tra l'altro, in Syriana), che riesce a bucare lo schermo pur tenendo un bassissimo profilo per tutto il film. Thandie Newton (Stella) è divina, e Ritchie la riprende come si deve.
In definitiva, Ritchie rimane un clone di Tarantino, ma pare decisamente avere maggior autoironia. Spero di essermi spiegato.
La scena di sesso tra Stella e One Two, va detto, è da antologia.
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