Looking For Kitty - di Edward Burns 2004
Giudizio sintetico: si può vedere
Abe Fiannico è una specie di "ragazzo di campagna": viene evidentemente da una regione degli States dove New York è vista un po' come un mostro, e quindi fa paura. Lui fa l'allenatore di baseball in una scuola, e ci mette il cuore nell'allenare i "suoi" ragazzi. Sua moglie Kitty, invece, è una grande fan di rock, ed, evidentemente, la vita con lui non era soddisfacente: infatti, è scappata con un rocker "di seconda fascia", che si chiama, curiosamente, Ron Stewart.
Abe, come si suol dire "armi e bagagli", arriva nella Grande Mela e ingaggia un investigatore privato, Jack Stanton, newyorkese da generazioni, giovane ma vedovo, dai modi spiccioli ma simpatico. Jack crede che Kitty sia scomparsa, ma poco a poco scoprirà che Abe sa benissimo dove si trova, con chi è, e cosa ha intenzione di fare...
Dopo il passo falso di Ash Wednesday, Ed Burns torna al cinema che mi piace, raccontando storie semplici dove l'amore conduce il gioco, e le persone "dialogano" con la città, per eccellenza, New York. E' così che una storia semplice e divertente come quella che racconta con Looking For Kitty, presentato al Tribeca Film Festival nel 2004 e uscito solo in dvd (ma non credo ne esista una versione italiana), diventa una riflessione sull'accettazione: della morte di una persona cara, di una perdita in generale.
Mano giusta nelle riprese, buona fotografia, ottimi gli attori mai sopra le righe: ci è piaciuto Burns nei panni del detective Stanton, David Krumholtz è divertentissimo e tenero interpretando Abe Fiannico, ma sono ottime spalle Connie Britton (Miss Petracelli, della porta accanto) e Rachel Dratch (Julie, che Abe incontra sempre nei bar).
Gradevole e leggero, ma non stupido.
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