No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090818

copriti


Abrígate - di Ramón Costafreda 2007


Giudizio sintetico: si può perdere


Valeria, figlia di emigrati galiziani in Argentina, compie il percorso contrario e torna in Galizia: da Buenos Aires a Betanzos, provincia di La Coruña, un luogo piccolo, provinciale, a volte troppo. Il film comincia quando Yves, il suo maturo compagno, muore nel sonno. Valeria è bella, giovane e piena di vita, e repentinamente, dopo aver conosciuto Marcelo, il figlio di Yves, che si presenta alla camera ardente per la veglia, se ne invaghisce, ricambiata. Ma forse non è il modo giusto per dimenticare il suo defunto compagno.


Come sottolineano le locandine, il motivo di interesse principale per vedere questo film è il fatto che, insieme al regista, ne abbia scritto la sceneggiatura Fernando Castets, sceneggiatore che ha contribuito alle stesure della bellissima trilogia argentina di Juan José Campanella, formata da El mismo amor, la misma lluvia, El hijo de la novia e Luna de Avellaneda.

Purtroppo, Castets non basta, evidentemente, a fare un buon film. Per carità, non che questo Abrígate sia pessimo, tutt'altro. E' ben fotografato, è girato tra l'altro in location incantevoli, la regia è discreta, gli attori non da buttare; ma non colpisce più di tanto.

Uscito solo in Spagna e Argentina, un motivo di interesse, per chi mastica la lingua, è il fatto che sia recitato praticamente in tre lingue: castigliano spagnolo (comunemente conosciuto come spagnolo), castigliano argentino e galiziano. Interessante pure ascoltare come i galiziani passino al castigliano non senza difficoltà, "trascinandosi" dietro dei verbi o delle inflessioni forti.

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