Sobreviviré - di David Menkes & Alfonso Albacete 1999
Giudizio sintetico: si può perdere
Margarita è una brava ragazza, forse un po' irrequieta da giovane, che si fa cacciare di casa presto: la accoglie José, l'amico (gay) di una vita. Poi conosce Trini, e con lei, in doppia coppia e nella sua macchina, scopre il sesso. Con Trini e José insieme, conosce Roberto, ed ecco l'amore. Un lavoro, una casa, un compagno: la felicità. A volte, però, la vita può essere spietata. La tragedia è dietro l'angolo.
Alcuni motivi di interesse c'erano, per andare a scovare questo film, visto in Italia solo all'International Gay and Lesbian Film Festival di Torino del 2000: la partecipazione, nella scrittura della sceneggiatura, della scrittrice spagnola Lucía Etxebarría (insieme ai due registi), e la presenza di Juan Diego Botto, giovane e promettente attore argentino attivo in Spagna.
Il risultato di una sceneggiatura che, come avrete capito, strizza l'occhio alla comunità gay, è apprezzabile (ma ridondante, soprattutto nel finale, anzi, nei finali, almeno tre) dal punto di vista dello "sdoganamento" delle coppie e dell'orgoglio gay (pensiamo che il film è del '99), ma è veramente pessimo nella messa in scena. Fotografia brutta e decisamente televisiva, direzione legnosa, movimenti di macchina non all'altezza, direzione degli attori pessima. Il fondo lo si tocca con la scena della festa di matrimonio dell'amico José col suo compagno: una scena nel suo complesso imbarazzante, in particolare, il gruppo che suona sul palco sembra un consesso di statue di sale, e il dolly finale su Marga e Iñaqui è sinceramente da dimenticare.
Ci si ritrova a cercare la curiosità, il dettaglio interessante. Qualcosa c'è: le apparizioni, brevissime. Fernando Tejero, visto in Fuori Menù ma anche in Crimen Perfecto, Torremolinos 73 e I lunedì al sole, in una spassosa masturbazione iperveloce; Paz Vega (La masseria delle allodole, L'altro lato del letto, Parla con lei, Lucía y el sexo), nella scena del matrimonio gay, Lucía Etxebarría stessa, nella scena della festa per la mostra di Iñaqui, dove flirta con lui consegnandogli una copia di Nosotras que no somos como las demás dove ha appuntato il suo numero di telefono. Niente di più.
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