Ash Wednesday - di Edward Burns 2002
Giudizio sintetico: si può perdere
Hell's Kitchen, New York, 1980. Sean Sullivan muore. Mercoledì delle Ceneri 1983: le voci dicono che lo hanno visto in giro nel quartiere. Il fratello maggiore, Francis, ha un bel da fare per smentire questi "rumors", ma fortunatamente l'unica persona che dice di averlo visto bene, servendogli anche da bere, è una ex fidanzata (di Francis), per cui poco credibile. La verità è che la morte di Sean è stata davvero una montatura. La cosa peggiore è che c'è chi lo vuole morto. Ma non solo.
Quinto film da regista per Ed Burns, e nonostante i primi due mi fossero molto piaciuti (I fratelli McMullen, Il senso dell'amore), il terzo è stato invisibile (No Looking Back) e il quarto cominciava a denunciare segni di stanchezza (I marciapiedi di New York). Questo Ash Wednesday, ambientato tanto per cambiare nella comunità irlandese di NY, è stato un flop anche negli USA (in Italia non è mai uscito): vedendolo, si capisce perchè.
Intendiamoci: la fotografia è accattivante, i palazzi di Hell's Kitchen con i loro colori scuri, il calar della sera, la macchina da presa è sempre nel posto giusto. La colonna sonora, per gli appassionati di rock, metal e affini, è un rosario di perle. Ma pare che manchi la convinzione. Gli attori sembrano allenarsi, non prenderla proprio sul serio. Rosario Dawson, la meravigliosa Rosario, nei panni della moglie-che-si-credeva-vedova di Sean (un Elijah Wood spaesato e bambinesco), fa poco più che arredamento. Ci vuole più di un'ora di giri a vuoto perchè qualcuno (Burns, naturalmente anche sceneggiatore) si decida a far succedere qualcosa, poi in 20 minuti accade tutto senza lasciare traccia. Anzi: finalmente qualcuno si decide a far fuori Ed Burns, che proprio non si sopporta in questo film, decisamente scadente e senza mordente, nonostante parli di gangster.
Ed: parla d'amore, che è meglio.
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