No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090811

lmvdm


LMVDM La mia vita disegnata male - di Gipi


Premessa: nonostante tutto, di Gipi fino ad ora avevo letto solo le strisce su Internazionale. Fulminanti, a volte nonsense, a volte anche troppo "sense". Senza sapere nulla di lui, avevo intuito fosse molto vicino all'ironia toscana, e soprattutto, litoranea. E infatti, prendendo qualche informazione in più, ho scoperto che, nonostante viva a Parigi (la famosa "fuga dei cervelli" vale anche per gli artisti, non solo per gli scienziati) da un po' di tempo, è nato a Pisa (e dice boiadé; qui ci sarebbe da aprire un altro discorso, ma lo faremo un'altra volta). Tutto quadra, quindi.

Inoltre, un amico fumettista, qualche tempo fa, parlandone, mi ha assicurato che Gipi è un disegnatore ma soprattutto uno scrittore di livello mondiale. Ho atteso quindi di confrontarmi con questo suo ultimo lavoro, che pare abbia avuto un discreto successo.


Ho letto LMVDM in circa un'ora, un'ora e mezzo forse. Vorrei non esagerare, e vorrei non fare paragoni scomodi, ma non ci riuscirò. Anche perchè, la "cultura" del fumetto, inteso come forma d'arte, ancora è mediamente scarsa, quindi bisogna per forza fare paragoni con nomi conosciuti. E allora, vi dico che Gipi è praticamente ai livelli di Andrea Pazienza, e credo che comunque la sua ispirazione affondi anche in quel bacino. LMVDM è un'opera spiazzante. Sembra una riflessione a voce alta, accompagnata da disegni, a volte svogliati, ma sempre con un tratto personale e riconoscibile, a volte addirittura impressionisti, quasi dei capolavori anche solo dal punto di vista della pittura (avete presente la copertina di Canzoni da spiaggia deturpata de Le luci della centrale elettrica?); la riflessione di una persona che è cresciuta e che si guarda alle spalle, senza nascondersi di aver sbagliato, quasi autoanalizzandosi, rimembrando amori, amicizie, traumi, senza avere timore di apparire nudo, corpo e anima, unendo verità a sogno, facendo un uso spettacolare della tipica ironia toscana, come detto sopra, usando anche termini gergali che, purtroppo, temo che in Italia non tutti coglieranno appieno (ma basta sforzarsi poco poco), giocando col sesso in maniera semiseria, ma sempre con grandissima intelligenza e con un pizzico di amarezza, che rende il tutto davvero amabile. Ci sono un'infinità di sottotrame che si intrecciano, a volte sembrano andare avanti un po' casualmente (ma questo, dico io, è un po' il flusso libero dei pensieri, per cui non mi crea fastidio), e addirittura c'è perfino una sorta di storia parallela, che, permettetemelo essendo un cultore del fumetto non onnisciente, mi ha ricordato, ovviamente in chiave decisamente buffa, ma con Gipi il "buffo" non è comico, bensì agrodolce, la metanarrazione de I racconti del Vascello Nero di Alan Moore in Watchmen. Scusate se è poco.

Mi sono quindi ritrovato, oltre che a un discreto senso di colpa per non aver letto i suoi lavori precedenti, a scoppiare a ridere parecchie volte, per alcune situazioni esilaranti, per le trovate surreali, per le battute fulminanti, e mi sono anche vagamente commosso per situazioni nelle quali mi sono riconosciuto (i giornaletti porno trovati in campagna da piccolo, ma anche i tre giorni con l'amico d'infanzia col quale non si era più sentito da 24 anni), più o meno, situazioni diverse e quasi antitetiche, ma trattate con uguale delicatezza, una delicatezza sfrontata, segno di un autore moderno, maturo, vissuto, profondo, capace di parlare a tutti, indistintamente.


Grande, grande Gipi, grazie.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Damiano:
Ti stai informando o è solo "gossip"??? Ricorda che se avevamo più o meno la stessa età, saremmo usciti insieme...

jumbolo ha detto...

eeeeeeeeeeeeeehhhhhhhhhhhhhhhhhhh?