Familia - di Fernando León de Aranoa 1997
Giudizio sintetico: si può perdere
Mattino. In tutta la famiglia fervono i preparativi per il compleanno. Santiago è già sveglio, ma attende che la sveglia suoni, alle 10 in punto. Si alza, si prepara, sgrida qualcuno qua e là, poi ecco i regali. C'è tensione: il regalo del piccolo Nico non piace al padre. Santiago lo sgrida, lo insulta ("sei grasso...e porti gli occhiali!"), non gli crede quando il piccolo gli dice che gli vuole bene. Poi si calma. Arrivano gli altri. Ma c'è qualcosa di strano in questa famiglia...
Debutto con il lungometraggio per il promettente León de Aranoa, una sceneggiatura (scritta, come le altre, da lui stesso) che sembra decisamente più adatta al teatro (e infatti dopo il successo è stata adattata varie volte), ottimo spunto, ma svolgimento che si risolve in un nulla di fatto. Costantemente in bilico tra commedia divertente, commedia intellettuale (notare la colonna sonora vagamente jazzy alla Woody Allen) e dramma psicologico, apre mille porte ma non ne imbocca nessuna. Attori colpevoli senza dubbio, costantemente ingessati ed evidentemente diretti con mano debole. Da segnalare la presenza di Elena Anaya, deliziosa attrice spagnola a quel tempo poco più che ventenne (ma nel film ne dimostra a malapena 16), che "rivedremo" in Lucìa y el sexo e in Parla con lei.
León de Aranoa avrà modo di migliorare con i seguenti Barrio e soprattutto con I lunedì al sole.
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