L'incubo di Darwin - di Hubert Sauper 2006
Giudizio sintetico: da vedere
Africa, lago Vittoria. Sorgente del Nilo Bianco, secondo lago d'acqua dolce più grande del globo, è diviso tra Tanzania, Uganda e Kenya. Il documentario si concentra sulla città tanzanese di Mwanza, una delle città in riva al lago. A Mwanza prospera, per così dire, l'industria del pesce: una fabbrica prepara per l'esportazione parecchie tonnellate giornaliere di filetti di Persico del Nilo, un pesce d'acqua dolce enorme, che, pare, è stato introdotto nel lago Vittoria negli anni '60 da una sola persona, con un secchio e qualche esemplare. Grazie alla sua voracità e alla sua stazza, il pesce in questione ha fatto piazza pulita di quasi 200 specie di altri pesci, condannando il lago ad una morte prossima. Nel frattempo, però, l'economia della zona gira intorno alla pesca e alla fabbrica che esporta filetti di pesce. All'aeroporto di Mwanza, un aeroporto dove per atterrare, l'addetto alla torre di controllo fa dei segnali con una luce (verde: puoi atterrare, giallo: aspetta, rosso: non puoi atterrare), arriva una media di due aerei cargo al giorno, soprattutto aerei (e piloti) russi. Ufficialmente, arrivano vuoti e ripartono pieni di pesce. I pescatori sopravvivono, i lavoratori della fabbrica di pesce se la passano un po' meglio, i bambini di strada (centinaia) sono alla sbando, sniffano colla (fatta bruciando le scatole di imballaggio del pesce) e mangiano quando capita, gli uomini muoiono di AIDS, le donne infette e non, si prostituiscono, i piloti passano il tempo tra l'atterraggio e il decollo con le prostitute, spesso picchiandole. Sarebbe già interessante così. Ma l'austriaco (tirolese) Hubert Sauper ha qualcosa di più da chiedere: ma sarà proprio vero che tutti questi cargo arrivano vuoti a Mwanza?
Non c'è molto da dire su questo agghiacciante documentario, presentato a Venezia nel 2004 e uscito in Italia nel 2006: il trionfo del capitalismo e dell'economia di mercato è questo. I paesi europei importano tonnellate di un pesce-killer che condannerà alla morte probabilmente 3 paesi africani, o buona parte di essi, stabiliscono standard qualitativi (giustamente) impeccabili per chi tratta la merce, ma in Tanzania, il paese che esporta questo pesce (la fabbrica è completamente comandata da non tanzanesi, fateci caso), c'è una carestia continua, quindi l'ONU invia aiuti. In Tanzania rimangono le carcasse di quei pesci, che vengono trattate per ricavarci qualcosa, facendo lavorare le persone in condizioni subumane. I bambini muoiono e sono lasciati a se stessi, sniffando colla per farsi coraggio e sopravvivere dormendo in strada. Nelle nazioni circostanti, intanto, guerre su guerre, senza che nessuno sappia da dove entrano le armi.
Ripeto: agghiacciante.
Dopo la visione, andate allo specchio, guardatevi bene, e datevi uno schiaffo. Ma forte.
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