El mismo amor, la misma lluvia - di Juan José Campanella 1999
Giudizio sintetico: si può vedere
Quattro amici se ne vanno camminando allegramente per Buenos Aires sotto la pioggia con solo un ombrello. Ridono, uno di loro racconta agli altri che ha avuto un'idea per un racconto che comincia nel 1980, quando uno scrittore conosce una ragazza. Li vediamo di spalle.
Flashback. Argentina 1980. Jorge Pellegrini è uno scrittore abbastanza famoso, ma per vivere scrive per un giornale. Bloccato in un ingorgo, si accende una sigaretta, svuota il portacenere fuori dalla macchina, apre il finestrino. Vicino alla sua macchina è bloccato un taxi, dietro a questo taxi una bella ragazza ha il finestrino aperto, ride ad occhi chiusi e lascia che la pioggia le batta sul viso. Lui la guarda e le sorride. Lei lo guarda, e gli sorride. L'ingorgo si sblocca.
Qualche sera dopo Jorge va in un piccolo cinema dove si proietta un corto tratto da un suo racconto. E' accompagnato da Leticia, una collega al quale lui piace. Jorge con le donne ha successo, ma non sembra adatto per la vita di coppia. Il film è una merda. Ma l'attrice protagonista è la ragazza del taxi. Jorge è attratto da lei. Si conoscono, cominciano a frequentarsi. lei è fidanzata, il suo ragazzo è a Montevideo per lavoro, e non la chiama da un po'. E' l'inizio di una storia che attraverserà un ventennio, durante il quale il loro paese faticherà ad uscire da una dittatura e a "riposizionarsi" nel mondo. Non sarà facile tirare avanti.
Film mai uscito in Italia, questo lavoro, il quale titolo tradotto in italiano, come potrete facilmente dedurre, significa "lo stesso amore, la stessa pioggia", è il primo pezzo di una sorta di trilogia; da questo film, Campanella inizia a collaborare per le sceneggiature con Fernando Castets, e per la recitazione con Ricardo Darìn e Eduardo Blanco. Questo sceneggiatore e questi due attori lo "accompagneranno" per il seguente El hijo de la novia (uscito in Italia con il titolo Il figlio della sposa), e per la conclusione della trilogia, Luna de Avellaneda, mai uscito in Italia.
Primo film dopo l'esperienza statunitense per Campanella, risulta il meno coinvolgente ed emozionante dei tre sopra citati, ma veramente di poco. Come già detto in occasione della recensione di Luna de Avellaneda, Campanella è davvero un maestro nel disegnare storie d'amore al tempo stesso struggenti e credibili, a trasmettere sentimenti che chiunque ha provato o può provare. Al tempo stesso, con questo film Campanella ci racconta venti anni duri per il suo paese. Le giunte militari fino al 1983, il ripristino della democrazia, l'avvento di Menem e l'impoverimento del paese. Di conseguenza, Jorge (e chi gli sta vicino) fa da specchio di un paese derubato perfino della sua etica. Campanella ci racconta tutto questo con una leggiadria ammirevole, ed è sostenuto da un cast intenso e divertente. Darìn, nei panni del protagonista Jorge, come sempre dà una profondità stupenda al personaggio e ai suoi dubbi esistenziali, dopo di che ti stende con un sorriso ritrovato. Mi mancano sempre le parole quando devo descrivere questo attore. Eduardo Blanco (Roberto) è la sua solita spalla buffa, Soledad Villamil nei panni di Laura fa la sua parte dignitosamente; si notano pure Rodrigo de la Serna (Micky), che rivedremo ne I diari della motocicletta e in Cronaca di una fuga - Buenos Aires 1977, Graciela Tenenbaum (Marita), poi in Nove Regine, e un sacco di altri caratteristi argentini o attori giovani che prenderanno per lo più la strada della tv.
Per i pochi che hanno apprezzato i seguenti film di Campanella, un'ulteriore dimostrazione della sua grazia.
1 commento:
Belissimo!!!!!!
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