No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20091227

l'uomo che dà fastidio


Den brysomme mannen - di Jens Lien 2006


Giudizio sintetico: da vedere



Andreas, all'incirca quarantenne, tenta il suicidio gettandosi sotto la metro. Si ritrova, trasportato da un autobus, in un deserto roccioso e in mezzo al nulla. L'autobus lo scarica, e c'è uno strano personaggio ad attenderlo, un signore di mezz'età che ha perfino apposto uno striscione di benvenuto su un casottino. Lo aspettava. Lo carica in macchina e lo porta in città, ad un appartamento stile minimale ma più che funzionale, dicendo ad Andreas che quella è la sua casa e che l'indomani mattina lo porteranno al suo nuovo lavoro. Cosa che puntualmente accade. Il lavoro è semplice, i colleghi gioviali, il capo comprensivo, gentile, collaborativo, disponibile fino all'eccesso. Eppure, c'è qualcosa che non quadra. Andreas, insieme ai colleghi, viene invitato a cena a casa del capo, conosce Anne, la invita fuori, si piacciono, fanno l'amore, decidono di andare a vivere insieme, sono felici. Eppure, c'è qualcosa che non quadra. Andreas, in un bagno di un locale, sente un uomo che si lamenta, dicendo che gli alcolici non fanno ubriacare, che il cibo non ha sapore. Andreas conosce Ingeborg, una nuova collega. La invita ad uscire. Si piacciono. Fanno l'amore. Lei sa che lui convive con un'altra. Non è un problema. Andreas si reca sul luogo dove l'autobus l'ha scaricato: la scena si ripete, un "nuovo" arriva, il solito uomo issa uno striscione di benvenuto, lo preleva, lo porta in città. Andreas lascia Anne per Ingeborg, e continua ad esserci qualcosa che non quadra. Andreas si mette a cercare l'uomo che nel bagno di quel locale, diceva quelle cose...


Un film inquietante, divertente, filosofico e profondo al tempo stesso. Un film, evidentemente, troppo intelligente e intellettuale per gli spettatori italiani. Infatti, dopo 3 anni, il film è uscito in tutto il mondo fuorchè in Italia.

Un vero e proprio splatterstick questo film norvegese, frutto della collaborazione del regista Jens Lien con lo sceneggiatore Per Schreiner, col quale aveva già collaborato per un paio di cortometraggi, ma soprattutto, sentite questa, tratto da una commedia radiofonica di Schreiner, che voleva "scrivere un film horror per la radio".

Il film ha un equilibrio invidiabile, nonostante sia come detto, una sorta di horror misto a una commedia. Le facce degli attori, soprattutto quella dello splendido protagonista Trond Fausa Aurvåg, non "sbragano" mai, neppure durante le sequenze più estreme, che potrebbero far pendere la bilancia verso l'horror o verso la commedia. Questo, insieme alla rigorosa regia di Lien, e alla fotografia nitida ma tendenti ai colori tenui, fa si che la storia rimanga entro confini che permettono allo spettatore di rendersi conto che sia l'horror, sia la commedia, sono arnesi che il regista usa per mettere in scena un film tremendamente serio, che innesca una riflessione sul senso della vita occidentale, soprattutto di quella ordinata e socialdemocratica dei paesi scandinavi. Pensate: a parte le traduzioni più o meno precise del titolo norvegese (l'uomo che disturba), in Francia è stato distribuito col titolo di Norway of Life, ma la variante che, forse, è la più indovinata, anche se un po' complessa, effettivamente, è quella belga (in lingua netherlands): No(r)way of Life.

Un film che bisognerebbe vedere.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Damiano:
ma è il mio film...