Il miracolo – di Edoardo Winspeare 2003
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: poero bimbo
Come spesso accade, la critica arriva prima del film (e anche su questo ci sarebbe da pensare…), e già si erano insinuati dubbi e stroncature sul nuovo lavoro di Winspeare.
Il “lavoro” duro, quando si è appassionati, è mettersi a sedere e dimenticarsi di tutto. Certo, questo film non è magari esaltante come il precedente “Sangue vivo”, però cribbio (come dice Silvio), ce ne fossero film così, no? Voglio dire, se il cinema è raccontare storie, questa è una storia e sta in piedi pure se gioca sulla credulonità (si dice??) degli italiani, e anche sulle loro problematiche “di sopravvivenza”.
Io l'ho letta come una richiesta di attenzione verso i bambini e gli adolescenti.
Lo spaccato italiano, appunto, è ben fatto, il sud disegnato, credo, com'è. La disgregazione familiare, il tentativo di approfittare del bambino da ogni parte senza ritegno. Il dramma del bambino che non sa se si è suggestionato da solo oppure no (dopo un incidente, si convince di poter guarire e resuscitare le persone); il profondo, sincero dispiacere, quando si accorge di essere un bluff, ma non perchè volesse "essere qualcuno", solo perchè essendo altruista voleva "essere d'aiuto".
Il miracolo vero, alla fine, quando salva Cinzia. Splendida cornice di una Taranto decadente, spettacolare la faccia del protagonista bambino.
Nessun commento:
Posta un commento