Caterina va in città - di Paolo Virzì 2003
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: sufficienza di stima...maddé se era pisano un niela davo!
Ma l'Italia (e gli italiani) è davvero così? Mi devo preoccupare ancora di più di quanto già sto facendo? O è tutto amplificato ai fini della storia? Sono perplesso.
Caterina è la persona più equilibrata del film, il padre professore frustrato e leccaculo, la madre serva e svampita, i parenti chiaccheroni, le nuove amiche snob ed egoiste sia che siano grunge-no global, sia che siano destrorse-parioline.
Il primo tempo è nevrotico e ricorda il Muccino di Ricordati di me meno patinato (poco meno).
Il secondo tempo chiude i perimetri aperti con l'amore e la normalità (la mediocrità?!?) che trionfa, ma non sa rinunciare ad una fuga.
E' innegabile che il film dia spunti di riflessione a piene mani, ma rimane l'impressione che la stragrande maggioranza dei personaggi sia veramente troppo schematica. Forse ho trovato il senso.
Caterina è l'unica che si mette in discussione seriamente. La verità è qui. Forse.
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