Alle cinque della sera - di Samira Makhmalbaf 2003
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Giudizio vernacolare: ganzo
Certo, si notano grandi similitudini tra i film di Samira, del padre Mohsen, di Kiarostami; ma ce ne vogliamo fare un cruccio?
Kabul post intervento "alleato", la figlia di un carrettiere integralista islamico frequenta, di nascosto dal padre, una scuola per ragazze, e coltiva, non si sa quanto scherzosamente, l'ambizione di diventare Presidente della Repubblica afgana; questa la storia.
Il film è un affesco, con splendidi contrasti tra i colori accesi dei vestiti femminili e quelli spenti degli infiniti paesaggi afgani, che ci racconta con eccezionale crudezza, ma assolutamente senza la minima commiserazione (tenendo conto anche che la regista è iraniana, quindi molto più vicina, di quanto si creda, al cosiddetto "occidente"), la condizione attuale del popolo afgano, e delle donne in particolare.
Divertente, demenziale, agghiacciante, intellettuale, etnico, delicato e forte al tempo stesso; l'unica pecca, se proprio la vogliamo trovare, sta purtroppo nella scelta di alcune voci dei doppiatori.
L'ultima sequenza è un capolavoro assoluto, e vi rimarrà dentro per un bel po'.
Imprescindibile.
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