No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110111

before sunset


Prima del tramonto - di Richard Linklater (2004)


Giudizio sintetico: da vedere (3/5)

Giudizio vernacolare: bellino abbestia


Nove anni dopo aver vissuto un incontro folgorante e intenso, ed aver trascorso una giornata indimenticabile assieme, Jesse, americano, ha scritto un libro di successo che parla di quell'incontro a Vienna; durante la presentazione parigina del libro, Celine, la ragazza dell'incontro, appare nella libreria. I due passano il pomeriggio insieme a raccontarsi le rispettive vite, gli avvenimenti che hanno impedito di rivedersi, le proprie aspettative, i propri problemi, i propri rimpianti.


E' strano che un film come "Prima dell'alba", film delicato e romantico senza essere una stucchevole commediola hollywoodiana, abbia avuto un sequel; ma da Linklater c'è sempre da aspettarsi qualcosa di strano. Chi (come me) ha amato quel film, correrà al cinema a vedersi questo; e non rimarrà deluso. Verboso (mi è venuto in mente "Metropolitan", delizioso capolavoro di incontinenza verbale ancora imbattutto negli anni) come può essere un pomeriggio con una persona alla quale volete davvero bene, ma che non vedete da un'infinità di tempo, il film è adatto agli amanti del cinema cerebrale, ma non contiene filosofia: sono solo due persone vere, che si rendono conto di aver perso un'occasione, alle prese con la propria vita, e l'incontro scopre ferite aperte, rimpianti riposti nel dimenticatoio. Quindi, siete avvertiti: 80 minuti, due soli attori in pratica (ma davvero bravi, Ethan Hawke e Julie Delpy in stato di grazia, direi), una Parigi non turistica (a parte il giro finale sul battello), piani sequenza lunghissimi (se non fosse fuori luogo l'accostamento, verrebbe in mente l'unico piano-sequenza di "Arca russa" di Sokurov), ma soprattutto mai un secondo di silenzio.

Se vi piace l'idea, potreste ritrovarvi con la voglia di rivederlo per assicurarvi di non aver perso nemmeno una battuta, tante volte risultasse fondamentale; se invece già avete la bocca storta, lasciate perdere.

Un plauso ai doppiatori, tanto bravi che neppure il doppiaggio della canzoncina della Delpy risulta fuori posto. Comunque sia, potreste riconoscervi nei dialoghi, oppure usarli in futuro.

Delizioso.

2 commenti:

Dantès ha detto...

adoro quei due film, il primo in particolare lo mandai quasi a memoria. mi hai fatto venire voglia di rivedere il sequel. ma quanto è bello quel finale sulle scale?

jumbolo ha detto...

sarò sincero: non me li ricordo :))
la recensione è dell'anno di uscita del film, le sto pian piano pubblicando sul blog visto che non le avevo qui ma sparse in rete e nei miei archivi "digitali".