No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20201103

Giorni dimenticati

Forgotten Days - Pallbearer (2020)
A partire dal dipinto di copertina, a cura di Michael Lierly, fratello del batterista della band Mark, il quarto disco della band di Little Rock, Arkansas, si propone come una delle migliori cose, quantomeno in ambito metal, del 2020. Il lavoro di composizione, liriche comprese, che è stato fatto sul loro stile, è ammirevole. Forgotten Dreams è l'esempio di come rendere appetibile il genere doom metal anche al di fuori della usuale nicchia di fruizione, ancor di più degli ultimo lavori degli YOB, anch'essi senza dubbio punte di diamante di questo movimento. The Quicksand of Existing e Stasis, come fa correttamente notare il recensore di Pitchfork (in una di quelle recensioni che invidio), sono esempi di come potrebbero essere ancor più esplosivi i Pallbearer, se riuscissero a comprimere tutte le loro urgenze in tracce di 4 minuti (cosa rarissima per loro), e si ha l'impressione che sia stato il produttore Randall Dunn a sfidarli; supposizioni a parte, soprattutto Quicksand è un piccolo capolavoro di immediatezza doom, apparentemente una contraddizione in termini. Non è tutto qui: come dicevo prima, c'è una bellezza diffusa in questo album, non possiamo definirla cristallina perché non è il termine adeguato a questo genere (che solitamente si sposa più con l'aggettivo "nebbioso"), probabilmente perché, appunto, i Pallbearer si sono sforzati di rendere la loro musica più fruibile, senza però scendere a compromessi. I riff sono sempre epici, la sezione ritmica potente, gli intrecci di chitarra molto belli, le melodie tutte vincenti. Gli 8 minuti conclusivi di Caledonia sono da brividi. C'è ancora un po' di lavoro da fare, ma se continuano così, c'è la possibilità che la band arrivi, con i prossimi dischi, a scrivere un capolavoro, che potrebbe definitivamente uscire dalla nicchia.
Starting from the cover's painting, by Michael Lierly, brother of the band's drummer Mark, the fourth album by the band from Little Rock, Arkansas, is proposed as one of the best things, at least in the metal field, of 2020. The work on songwriting, including lyrics, which has been done, is admirable. Forgotten Dreams is an example of how to make the doom metal genre attractive even outside the usual niche of use, even more so than the latest works by YOB, also undoubtedly spearheads of this movement. The Quicksand of Existing and Stasis, as the Pitchfork reviewer correctly points out (in one of those reviews I envy), are examples of how Pallbearer could be even more explosive, if they could squeeze all their urges into 4-minute tracks. (which is very rare for them), and one gets the impression that it was producer Randall Dunn who challenged them; "suspicions" aside, especially Quicksand is a small masterpiece of doom immediacy, apparently a contradiction in terms. That's not all: as I said before, there is a widespread beauty in this album, we cannot define it crystalline because it is not the right term for this genre (which usually goes more with the adjective "foggy"), probably because, in fact, the Pallbearer have tried to make their music more usable, without compromising. The riffs are always epic, the rhythm section powerful, the guitar weaves very beautiful, the melodies all winning. The final 8 minutes of Caledonia will give you goosebumps. There is still some work to be done, but if they continue like this, there is a possibility that the band will come, with the next records, to write a masterpiece, which could definitely come out of the niche.

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