Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Nel 1998 a Nalchik, la 24enne Ilana lavora nel garage di suo padre per aiutarlo a sbarcare il lunario. Una sera, la sua famiglia allargata e gli amici si riuniscono per celebrare il fidanzamento del fratello minore David. Più tardi quella notte, la giovane coppia viene rapita e viene presentata una richiesta di riscatto.
Molto molto interessante il debutto del regista russo (non per niente, tra i produttori figura Sokurov), che ultimamente ci ha deliziato con Beanpole. Qua lascia già intravedere che il suo cinema non è intrattenimento, bensì dolore, ruvidità, sofferenza. Spietato spaccato della Russia periferica, bravissima la protagonista Darya Zhovner.
Extremely interesting the debut of the Russian director (not for nothing, among the producers figure Sokurov), who recently delighted us with Beanpole. Here you can already glimpse that his cinema is not entertainment, but pain, roughness, suffering. Ruthless look of peripheral Russia, very good the protagonist Darya Zhovner.
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