No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20071007

la punitrice


Il buio nell'anima - di Neil Jordan 2007


Giudizio sintetico: si può perdere


Erica Bain è una speaker radiofonica, ama il suo uomo e la sua città. Il suo uomo fa il medico, si chiama David, la sua città è New York. Erica gira la città e registra i suoni, i rumori, gli umori. Poi, durante la sua trasmissione, Street Walk, esprime le sue sensazioni.

Un giorno, durante una spensierata e felice passeggiata in compagnia del suo uomo e del loro cane, in un angolo nascosto di un bel parco, vengono aggrediti da tre persone, e pestati a sangue. Erica rimane in coma alcune settimane. David muore.

Tornare a vivere, per Erica, sarà quasi impossibile. La paura si impossessa di lei. Quando riesce finalmente ad uscire di casa, le pare di capire cosa potrebbe farla agire con più sicurezza: un'arma. E quello che fa, quindi, è acquistare una pistola. Non importa se ci vuole un permesso: il mercato nero è lì che ti aspetta.

La vita di Erica, oppure lei stessa, cambiano repentinamente: la prima volta si trova costretta a sparare, dopo di che sembra essere lei stessa che cerca l'occasione giusta per fare fuoco, sempre su malviventi, sia chiaro. Finché conosce il detective Mercer, un poliziotto con un altissimo senso del dovere e della giustizia; diventano amici, forse qualcosa di più, e le neonate convinzioni di Erica vengono rimesse ancora una volta in discussione.


Pare che Jordan sia subentrato come regista, che questo sia il classico "film su commissione". Non possiamo saperlo. Il nocciolo della questione è: guardando la filmografia di Jordan, regista che stimo, mi è difficile trovare un film peggiore. Non che abbia firmato solo capolavori, ma film interessanti si. Inoltre: manca un segno distintivo in questo film. Avrebbe potuto dirigerlo un mestierante qualsiasi.

Intendiamoci: il film è ben fatto (anche solo la scena finale, con le riprese dall'alto di Erica che si allontana, è buon cinema), addirittura pare sia stata inventata una nuova tecnica, chiamata wobbly-cam (una steady-cam modificata per le riprese che descrivono l'andamento barcollante di Erica) per questo film, il cast è buono, anche se le prove sono di maniera (e Jodie Foster non perde occasione per mettere in mostra fisico, attitudine e faccia da dura), ma, oltre all'andamento altalenante e troppo repentino del modo di rapportarsi alla vita della protagonista, e ad alcuni incastri un po' troppo "facili", ciò che alla fine sfugge è proprio il senso dell'operazione. E' una "paraculata", in questo momento di ricerca affannosa della sicurezza, sia da destra che da sinistra, oppure è l'inverso? E quindi, come spiegare il finale, assolutamente spiazzante, e non perchè "a sorpresa" o geniale in qualche modo?


Un film intellettualmente confuso, che finisce per assomigliare a cento altri film sulla giustizia fai-da-te e sulle gang. Dispiace che a dirigerlo ci fosse Neil Jordan.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Brutto film, grande delusione da Jodie Foster!