No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080101

i migliori dischi del 2007


Eccoci alla più attesa. Sempre soggettiva. In ordine, per me i migliori dischi di questo anno appena concluso.




1 Dillinger Escape Plan - Ire Works




Una furia iconoclasta al pari dei Converge, piegata alla tecnica e addirittura al jazz-rock, con questo loro terzo disco arrivano alla maturità riuscendo a mixare di tutto dentro alla loro musica. L'esperienza al fianco di Mike Patton li arricchisce sul lato cacofonico-noise, la voglia di emergere gli fa sfornare un paio di pezzi "orecchiabili" (prendete l'affermazione con le pinze), i cambi di formazione non scalfiscono la compattezza del suono.


Un disco che, come raramente accade, ti ritrovi ad ascoltare a bocca aperta al primo ascolto. Le frontiere del metal (e il metal sopravvive) si spostano ogni volta un po' più in là, ma solo per merito di band come queste.


Sincopato.


Qui la recensione.




2 Basia Bulat - Oh, My Darling




Una diciannovenne che sforna un disco come questo sarebbe da mettere sotto una campana di vetro. Voce straordinaria e per niente somigliante a quella di nessun altra cantautrice, dà una profondità diversa alla voce folk. Canzoni straordinarie e una delicatezza estrema. Uno di quei dischi che mentre lo ascolti speri che l'autrice non si rompa come un cristallo. La tenerezza arriva sempre al cuore, se lo si ha.


Toccante.


Qui la recensione.




3 Grinderman - Grinderman




In pratica, un nuovo progetto di Nick Cave con alcuni dei più fidati collaboratori degli ultimi tempi. Uno di quei dischi che migliorano mano a mano che lo ascolti. Si sa, non è mai facile "entrare" direttamente nei dischi di Cave e soci, soprattutto quelli più ruvidi.
Nei pezzi violenti, una volta di più Cave conferma di avere influenzato fortemente Jon Spencer. In quelli pacati, ti avvolge e canta con quella sua voce unica, sempre sull'orlo della stonatura. La vecchia storia del bastone e della carota, ma un chiaro segnale che Nicola Caverna non ha smarrito la vena selvaggia.


Intenso e asimmetrico.


Qui una recensione non mia che mi ha molto colpito.




4 Tinariwen - Aman Iman (Water Is Life)



Blues africano, come dice il mio co-blogger qui, oppure rock arabo come dico io qui, il risultato non cambia. Un disco ipnotico come pochi, che ti costringe a guardare al di là del tuo naso. Siamo lontani dalla forma-canzone classica, da tanti stilemi ai quali siamo abituati, e anche dai suoni racchiusi entro uno spettro conosciuto. Un'opera più magica che coinvolgente. Andamento sinuoso che ti entra dentro poco a poco. Per altre sensazioni riguardo alla musica dei Tinariwen, vi rimando qui e alla recensione del loro concerto di quest'estate.


Ipnotico.



5 Battles - Mirrored



Un altro disco fuori dagli schemi, lontano dai confini del rock inteso in senso stretto. Elettronico senza essere stancante e noioso, i Battles sciorinano anche una grande tecnica e pensano soprattutto a divertire e divertirsi invece che impressionare. Ma ci riescono ugualmente.


Buffo.


Qui ne parlammo.



6 Pelican - City Of Echoes



E' stato l'anno della musica strumentale, o almeno quello delle poche parole. Forse perchè ci si accorge che le parole non servono più, servono i fatti. I Pelican picchiano sodo e dipingono atmosfere oniriche col solo uso di chitarre basso e batteria. Belle melodie e solide basi di scrittura.


Intrigante.


Qui la breve recensione.



7 Manu Chao - La Radiolina



Un labirinto familiare, il nuovo disco di Manu Chao. Offende il nostro lato debole, quello latino, malinconico. Si ripete per cambiare. E va a segno, anche di mano come Maradona, al quale dedica uno dei tanti bei pezzi di questo lavoro.


La malegria è tornata.


Qui la recensione.



8 Marilyn Manson - Eat Me Drink Me



Il Reverendo ha una vita e una sensibilità, alla faccia di chi non lo credeva. Si accompagna con la gente giusta e sforna probabilmente il suo miglior disco di sempre. Ci mette dentro se stesso e anche di più. E ci piace.


Disco di grande atmosfera rock.


Qui la recensione.



9 Feist - The Reminder



Esce in sordina, all'inizio dell'anno, poca pubblicità e poca esposizione. Ma ha tutto, forse più del suo disco di debutto. Grande voce e belle canzoni, più che delicata Feist è vellutata come una giornata di primavera. Perfetto per amoreggiare.


Di gran classe.
Qui ne parlavo.



10 Rooney - Calling The World



Il classico disco che ascolti in heavy rotation ma ti vergogni un po'. Eppure è pop di gran fattura, ricorda, come già detto, soprattutto i Queen con meno classe, ma suona onesto e fuori dal tempo seppur fatto da giovanissimi.


Spensierato.


Qui la recensione.



Alcune note necessarie:


Non c'è Back To Black di Amy Winehouse nonostante molti giornalisti lo abbiano messo nelle playlist del 2007, probabilmente perchè ormai le date di uscita dei dischi sono inesistenti. Ho fatto far testo al sito della casa discografica, che lo inserisce come uscita 2006, e quindi lo lascio fuori, ma se fosse stato sicuramente del 2007 ci sarebbe stato, e sarebbe stato alla posizione numero sette.


Sono rimasti fuori un po' a malincuore, ma un po' no:


Monster Magnet - 4 Way Diablo (recensione)

Cristina Donà - La quinta stagione

Neurosis - Given To The Rising

Laura Veirs - Saltbreakers

Editors - An End Has A Start (qui)

Malfunk - Randagi

Marlene Kuntz - Uno (recensione)


E' stata una faticaccia. Ma adesso si parte per il 2008.

2 commenti:

monty ha detto...

tu sì, che sai creare attesa per
un evento, eh

jumbolo ha detto...

è un po' come farsi le seghe....