Chiamatemi antico, vetero-comunista, chiamatemi o pensate di me quello che volete. Io d'impulso sono d'accordo con Sansonetti. Da Liberazione di oggi.
Una domanda ai sindacati: è giusto o no reagire a questa strage di lavoratori?
Sciopero generale: se non ora, quando?
Piero Sansonetti
Provo solo, con terrore, a immaginare cosa succederebbe in Italia se un giorno, per una pazzesca casualità, dieci immigrati uccidessero dieci italiani. Voi ve li immaginate i giornali, i partiti politici, gli opinionisti, i ministri e i ministri ombra, i leghisti e tutto il resto? Per quanti giorni durerebbe l'inferno mediatico? Per quanti mesi agli extracomunitari converrebbe tapparsi in casa e chiudersi bene e sperare di scampare alle molotov? Quali provvedimenti di emergenza, in dieci minuti, sarebbero varati da governo e opposizione? Cosa succederebbe ai parenti dei presunti assassini? Eccetera, eccetera, eccetera...Dieci operai uccisi sul lavoro, dalla logica del profitto, dalla irresponsabilità dei datori di lavoro, dalla incapacità dello Stato a fare rispettare le leggi, dalla mancaza degli ispettori del lavoro, dieci operai uccisi in un giorno solo (che diventano quasi trenta se si conteggiano gli ultimi 5 giorni, oggi compreso: cioè tanti quanti, al tempo del terrorismo scatenato, ne uccidevano le brigate rosse e i fascisti in un anno intero) non creano nessun problema, nessun sussulto politico. Una dichiarazione del Presidente della Repubblica, due frasi del ministro del lavoro, qualche sussulto nel Pd, niente di speciale. Gli unici che hanno alzato un po' la voce sono stati i sindacati. E a loro questo giornale si rivolge. Con la seguente domanda: non è il caso di compiere un gesto clamoroso, un atto di lotta e di denuncia che rompa i ritmi stanchi della politica di questi giorni, non è il caso - per esempio - di proclamare uno sciopero generale per rispondere alla pratica dell'omicidio bianco come normale strumento di incremento dei profitti? A noi pare di sì. Non ci sembra che sia giusto adeguarsi all'assuefazione, cioè all'idea che la morte di un certo numero di lavoratori sia, in fondo, un prezzo accettabile da pagare all'incremento dei profitti. L'idea che uccidere, anche con una certa frequenza, sia una necessità per i capitalisti. Anche perché, in realtà - senza scomodare principi ed etica, ma usando semplici argomenti contabili - ridurre drasticamente le morti sul lavoro non sarebbe difficile, e scalfirebbe appena i profitti. I lavoratori morti a Mineo nella vasca di sedimentazione si sarebbero salvati se avessero avuto una attrezzatura (anfibi, tuta, guanti e repiratore) che non costa più di mille euro. Ieri Maurizio Zipponi (Prc) ha proposto una gornata di lutto nazionale, il presidio degli ispettorati e delle Asl e la consegna a tutti i prefetti d'Italia di alcune proposte per aumentare la sicurezza sul lavoro. Franco Giordano ha proposto lo sciopero generale . Altre proposte vengono da altre organizzazioni. Una cosa è certa: se restiamo fermi e zitti, se la diamo vinta a Confindustria, è finita, e i morti aumenteranno.
1 commento:
sono parzialmente daccordo con l'articolo di sansonetti.però mi chiedo se questa società non si sia "accontenta" di tutte le porcate che subisce.
penso che l'italiano di oggi sia molto più concentrato sulla necessità di guadagnare di più con qualche ora di straordinario,magari per colmare i debiti di una famiglia che subisce senza neanche accorgesene l'onda d'urto DI UN CONSUMISMO SFRENATO,inutile e dannoso, imposto(senza molti scrupoli) da chi detta le regole del mercato.
sono convinto che oggi più che mai i popoli occidentali abbiano perso la voglia di lottare per qualcosa di giusto,e che la cosa più importante per il singolo cittadino sia la moda,il telefonino di ultima generazione,o la cura sfrenata del proprio corpo,con tutti gli eccessi dei nostri tempi(di merda!)
punkow
Posta un commento