parte 11
Agricoltura
I contadini possono trasformarsi in “energicoltori”. “Le aziende agricole dovrebbero raggiungere l’autonomia energetica in dieci anni, alcune anche prima”, sostiene Pascal Ferey, vicepresidente del sindacato degli agricoltori francesi. Uno sguardo nuovo sulle aziende ha messo in evidenza il loro enorme potenziale in termini di produzione di energia. L’elettricità può essere prodotta a partire dalle pale eoliche nei terreni e dai pannelli solari. Altre fonti di produzione sono l’uso dei rifiuti fermentabili e del letame per produrre biocarburante e l’uso di olio vegetale di colza o di girasole per alimentare i trattori. Tutta questa filiera di agrocarburante garantirebbe l’autonomia energetica a piccoli gruppi di una o più aziende agricole, con un bilancio energetico positivo a differenza della produzione industriale di agrocarburanti.
Energia
Le alternative esistono già. Entro il 2030 il consumo di elettricità dovrebbe crescere del 2,6 per cento all’anno. Contrariamente a un’idea molto diffusa, il petrolio è solo una piccola parte della produzione di elettricità: il 7 per cento. Meno del gas (20 per cento), ma soprattutto meno del carbone (39 per cento). Gli imperativi ambientali impongono tuttavia di diminuire drasticamente il ricorso alle energie fossili. L’Europa si è data l’obiettivo di portare al 20 per cento la percentuale delle energie rinnovabili nella produzione di elettricità entro il 2020. Significa raddoppiarla rispetto a oggi. E si calcola che il 20 per cento del consumo di energia potrebbe essere risparmiato semplicemente gestendola meglio (migliore isolamento, buone abitudini degli utenti). L’altra tendenza è il rinnovo dell’industria nucleare. Alla fine del 2007 erano in costruzione 35 reattori, 91 commissionati o in fase di progettazione, e secondo l’Agenzia internazionale per l’energia se ne prevedono più di 220 (contro i 160 alla ine del 2006 e i 110 alla fine del 2005). In Francia il nucleare (85 per cento dell’elettricità prodotta) permette di risparmiare almeno venti miliardi di euro all’anno sulle importazioni di gas e di petrolio.
fine articolo, fine reportage
Agricoltura
I contadini possono trasformarsi in “energicoltori”. “Le aziende agricole dovrebbero raggiungere l’autonomia energetica in dieci anni, alcune anche prima”, sostiene Pascal Ferey, vicepresidente del sindacato degli agricoltori francesi. Uno sguardo nuovo sulle aziende ha messo in evidenza il loro enorme potenziale in termini di produzione di energia. L’elettricità può essere prodotta a partire dalle pale eoliche nei terreni e dai pannelli solari. Altre fonti di produzione sono l’uso dei rifiuti fermentabili e del letame per produrre biocarburante e l’uso di olio vegetale di colza o di girasole per alimentare i trattori. Tutta questa filiera di agrocarburante garantirebbe l’autonomia energetica a piccoli gruppi di una o più aziende agricole, con un bilancio energetico positivo a differenza della produzione industriale di agrocarburanti.
Energia
Le alternative esistono già. Entro il 2030 il consumo di elettricità dovrebbe crescere del 2,6 per cento all’anno. Contrariamente a un’idea molto diffusa, il petrolio è solo una piccola parte della produzione di elettricità: il 7 per cento. Meno del gas (20 per cento), ma soprattutto meno del carbone (39 per cento). Gli imperativi ambientali impongono tuttavia di diminuire drasticamente il ricorso alle energie fossili. L’Europa si è data l’obiettivo di portare al 20 per cento la percentuale delle energie rinnovabili nella produzione di elettricità entro il 2020. Significa raddoppiarla rispetto a oggi. E si calcola che il 20 per cento del consumo di energia potrebbe essere risparmiato semplicemente gestendola meglio (migliore isolamento, buone abitudini degli utenti). L’altra tendenza è il rinnovo dell’industria nucleare. Alla fine del 2007 erano in costruzione 35 reattori, 91 commissionati o in fase di progettazione, e secondo l’Agenzia internazionale per l’energia se ne prevedono più di 220 (contro i 160 alla ine del 2006 e i 110 alla fine del 2005). In Francia il nucleare (85 per cento dell’elettricità prodotta) permette di risparmiare almeno venti miliardi di euro all’anno sulle importazioni di gas e di petrolio.
fine articolo, fine reportage
2 commenti:
Ci risiamo con queste "informazioni a metà" sul nucleare... Può essere vero che si risparmiano 20 miliardi all'anno, ma poi i costi di manutenzione e smaltimento a quanto ammontano?
Capisco che l'articolo fosse rivolto a parlare principalmente d'altro, ma dalle mezze informazioni come questa poi vengono fuori i collioni alla Scajola (e a me mi girano la palle... potrei usarle per produrre energia alternativa!)
si anch'io in effetti avevo notato che la particina sul nucleare era un po' troppo "tirata via".
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