No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080628

slow papà 1


Un articolo interessante da D la Repubblica delle donne.

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INCHIESTA

Bando al genitore stressato. La parola d'ordine:

eliminare lezioni di tennis, nuoto e inglese.

A favore di un tempo più libero e lento
di Mara Accettura
La "wake up call" del giornalista canadese Carl Honoré è arrivata con la storia della buonanotte. Da bravo papà infatti era lui a raccontarla al figlio tutte le sere. "Leggevo la favola a velocità supersonica, cercando di fare il più in fretta possibile. Saltavo paragrafi e pagine intere. E lui, conoscendo la storia a memoria, notava ogni piccolo cambiamento. Nascevano lotte e discussioni". Poi un giorno ha visto la pubblicità del libro Storie della buonanotte da un minuto. "Mi è sembrata un'idea magnifica. Ma subito dopo ho riflettuto sulla tristezza del cercare un libro che accelerasse quel momento di intimità. E su questa cultura dell'efficienza in cui siamo marinati da non farci ormai più caso". Vi suona familiare? Anche per voi il rapporto con i figli è diventato un tour de force che incrocia impegni scolastici, pranzi, allenamenti, feste, gite? Competitivi e consumisti, i nostri figli riflettono le ansie di una società votata alla performance e al consumo. Così, essere genitori "buoni abbastanza", come diceva con l'ingenuità degli anni Sessanta lo psicanalista Donald Winnicott, non basta più. Bisogna essere professionisti. Per trasformare i bambini in modelli di perfezione. Tanto che nella City di Londra ci sono società, come Pathways to Parenting, che tengono seminari per l'élite della finanza, genitori che lavorano per Deutsche Bank, Merrill Lynch e Morgan Stanley, per insegnare loro come motivare i pargoli verso obiettivi realistici, gestire il bullismo, la mancanza di comunicazione, i problemi scolastici, gli effetti del divorzio. E il 50 per cento del pubblico di queste "lezioni" sono uomini, workaholic muniti di BlackBerry, che per gli eredi vogliono il meglio.

"È ora di smetterla. Trattiamo i figli più come progetti che come persone", dice Honoré, due figli, che sul tema ha scritto Under Pressure: Rescuing Childhood From the Culture of Hyper-Parenting (Knoph Canada). Basta con la corsa dei lemmings sacrificati sull'altare della produttività. La soluzione, dice, è lo Slow Parenting, un movimento per assonanza simile allo Slow Food e che in sostanza dice: prendetevela comoda a fare i genitori. Con lui c'è anche Tom Hodgkinson, tre figli, direttore delle rivista The Idler (L'Ozioso), nonché autore di L'ozio come stile di vita (Rizzoli), e della rubrica The Idle Parent, sul Telegraph, dove sentenzia: "Genitori oziosi equivale a figli felici. I genitori pensano che dovrebbero fare di più. Ma il problema è che fanno troppo, non troppo poco". "Uno dei principi del genitore pigro è forzare i bambini, dalla più tenera età, ad aiutare in casa".

Quella di Hodgkinson è una provocazione, ma nasconde un problema vero. "Il genitore è diventato una specie di manager", dice Honoré. "Che applica alla famiglia una cultura del lavoro fatta di obiettivi e scadenze. In parte questo deriva dal fatto che facciamo figli tardi. A 20 anni puoi permetterti l'indulgenza del fallimento, a 40 no. È come se i bambini fossero Tamagotchi che - trattati in un certo modo - garantiranno certi risultati". D'altra parte ci sentiamo sempre più spinti a competere. Dice Hodgkinson: "Lo vedo dal clima che si crea quando accompagno i bambini alle gare. I genitori stressati che urlano contro gli allenatori e fanno il tifo per i figli fanno paura".

Persino il tempo libero oggi non esiste più: anche quello è strutturato. Se non dall'agonismo, sicuramente dalla tecnologia. "Una volta la tv dei bambini era disponibile solo in alcuni momenti della giornata", interviene lo psicanalista junghiano Ottavio Mariani. "I mass media erano così primitivi che inventarsi uno svago era cosa necessaria. In più l'idea doveva nascere dal bambino stesso, dalla sua creatività. Non è più così". Il pericolo? "Che il sistematico rafforzamento delle facoltà intellettuali vada a scapito delle competenze emotive. Lasciamo i bambini fare i bambini. La noia è spesso la molla della creatività".

"Mandate al diavolo gli esperti ed entrate in contatto con la vostra tartaruga interiore, scoprirete che less can be more", sostengono Honoré e i genitori Slow. Lo dice persino il preside di Harvard. Harry Lewis ogni anno manda una lettera alle matricole (e ai loro più apprensivi genitori) intitolata "Slow Down - Getting More Out of Harvard by Doing Less". Non siate ossessionati dalla leadership e pensate anche a divertirvi, scrive Lewis, perché "le relazioni umane che si formano nel tempo non strutturato con i compagni di stanza e gli amici possono avere un'influenza più determinante dei corsi". Perciò, la prossima volta che prenderete in mano un libro e lascerete giocare i bambini per conto proprio, non vi allarmate. "Un giorno aspettavo il treno in una stazione del Somerset", ricorda Hodgkinson. "Era in ritardo e non avevo giochi per intrattenere i bambini. Così diedi ai primi due dei dépliant turistici e il terzo me lo misi in braccio. Ho tirato fuori Le porte della percezione di Huxley. I bambini si sono seduti per terra a giocare contenti. Ho letto per otto pagine di seguito. E come se non bastasse una signora a un certo punto mi ha detto: "È meraviglioso che lei riesca a leggere mentre sorveglia i bambini". Vedete, l'ozio funziona! Nutrite la mente e lasciate che i vostri piccoli imparino l'arte essenziale del self management!". Quest'ultima, mentre vi crogiolate al sole, potrebbe essere il fattore decisivo per farli entrare ad Harvard, un giorno.


continua

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