La "preoccupazione" del momento necessita di una riflessione più ampia. Ci facciamo aiutare dall'ottimo Internazionale che questa settimana affronta l'argomento traducendo un paio di interessanti reportage. Cominciamo dall'esame dell'economista Loretta Napoleoni (foto), esperta di terrorismo islamico; italiana, vive a Londra, ha pubblicato per Il Saggiatore Economia Canaglia; il suo sito è http://www.lorettanapoleoni.org/
La legge del petrolio
La differenza con gli anni settanta è che le regole del gioco non le detta più l'occidente
L'impatto dell'inesorabile aumento del prezzo del greggio verso i 200 dollari al barile sarà disastroso per l'economia mondiale. Nessuno mette in dubbio questa cruda realtà. Come negli anni settanta, l'inflazione energetica erode il potere d'acquisto di salari e profitti, un fenomeno che a sua volta innesca la spirale della stagflazione: i prezzi salgono mentre la crescita rimane a zero.
Di fronte all'erosione della ricchezza, i consumatori cercano protezione nello stato. Negli anni settanta l'austerità che portò il mondo in bicicletta, l'introduzione dei limiti di velocità e le politiche di risparmio energetico cercarono di attutire l'effetto sui cittadini dell'onda anomala dei prezzi del greggio.
Nel villaggio globale, però, le cose vanno in modo diverso. La risposta dello stato tarda ad arrivare e i consumatori sono costretti ad arrangiarsi. In Irlanda del Nord gli automobilisti attraversano il confine per fare il pieno nel sud repubblicano, dove le tasse sulla benzina sono più basse.
Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna vanno sul sito http://www.petrolprices.com/ per trovare il distributore più a buon mercato della zona. E non si tratta di risparmi ridicoli: a Londra riempire il serbatoio di diesel da un benzinaio invece che da un altro può far risparmiare cinque sterline. Anche i ricchi sono diventati parsimoniosi. L'uso della carta platino dell'American Express, quella senza limiti di spesa, è in crescita ai distributori di benzina: su ogni acquisto si ottiene uno sconto tra lo 0.5 e il 5 per cento.
continua
Nessun commento:
Posta un commento