Sarà una sorpresa per qualcuno: riprendono le corrispondenze della nostra inviata nel mondo delle ONG e dal mondo in generale, soprattutto quello "diseredato". Questa volta la "nostra" Cat ci scrive da Haiti, dove sta lavorando da pochi giorni per Oxfam. Sentiamola.
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ThanksGodThanksGodThanksGodThanksGod
04/06/2008
Cari Voi,
ThanksGodThanksGod hanno esclamato le vecchiette haitiane di colore nei loro tailleurini di fresco di lana anni '50, da sotto i loro cappellini con fiori finti e velette quando l'aereo ha poggiato le ruote sulla pista dell'aereoporto di Port-au-Prince ad Haiti. Alle cose che volano non devono dare molta fiducia e non posso dar loro completamente torto.
ThanksGodThanksGod hanno esclamato le vecchiette haitiane di colore nei loro tailleurini di fresco di lana anni '50, da sotto i loro cappellini con fiori finti e velette quando l'aereo ha poggiato le ruote sulla pista dell'aereoporto di Port-au-Prince ad Haiti. Alle cose che volano non devono dare molta fiducia e non posso dar loro completamente torto.
Port-au-Prince é arroccata su lussureggianti verdi colline, una distesa di baracche di lamiera o poco più. Quando sono arrivata, ieri, pioveva e le giovani haitiane giravano con una cuffia di plastica trasparente in testa - l'incubo di ogni donna di colore, l'umidità della pioggia che rende ancora più ingovernabili i capelli -. Le strade non asfaltate erano un fiume di fango, e non mancava il classico repertorio da terzo mondo, la spazzatura occidentale in vendita.
Vestiti demodeè, frigoriferi anni '70, giocattoli usati, tutto quello di cui noi ci siamo disfatti, qua viene comprato, riutilizzato, apprezzato.
Port-au-Prince sembra divisa in due: da una parte i miserabili, la maggior parte, che vivono in nei quartieri per me off-limits...Martissant, Citè Soleil, dove imperversano le bande armate e le sparatorie e dall'altra tutti gli altri, che si riducono poi agli expats delle organizzazioni internazionali e alla Minustah, cioè i peacekeeper cingalesi e nigerini delle Nazioni Unite, che vivono nella green zone di Peition Ville, una città nella città con piacevoli ristoranti, bar, supermercati. La Minustah regge il precario equilibrio governativo del paese, ma anche di recente non sono mancanti scontri e manifestazioni contro il governo per l'incessante aumento dei prezzi del cibo.
Sono qui in veste di Somma Esperta Consulente. Che strano pensare come nel giro di pochi anni i ruoli si siano ribaltati. Da misera volontaria per pochi soldi al mese, adesso sono io che valuto, consiglio, dirigo, il tutto hands-off, cioè non si tocca nulla nè si fa niente, solo far ragionare il cervello.
A questo pensavo ieri sera seduta nel giardino del ristorante "Jet Set", che aveva inquietanti analogie con il ristorante "Le Carnivore" di Ndjamena (Chad); mentre gustavo deliziosi spiedini di pollo con i miei colleghi, i militari ubriachi della Minustah intrattenevano giovani, troppo giovani haitiane e un topolino si aggirava curioso sul pavimento lucido di cera in cerca di qualche briciola da sgranocchiare.
Un bacio
Cat
1 commento:
grande Cat!
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