I reattori del futuro
Questi problemi hanno una soluzione tecnica e una risposta politica. Mentre la Germania, che un tempo era un paese leader nel settore, ha quasi abbandonato la ricerca sul nucleare, nel resto del mondo gli scienziati stanno seguendo due progetti. Vogliono innanzitutto riprocessare i prodotti di fissione per ricavarne altri con un decadimento più rapido. Questo permetterebbe di ridurre
la durata delle misure di sicurezza necessarie per le discariche di scorie da centinaia di migliaia di anni ad alcuni secoli. In Finlandia si sta costruendo un reattore di terza generazione, dove i danni sarebbero limitati anche se si dovesse verificare l’incidente più catastroico: la fusione del nocciolo. Nei reattori di quarta generazione questo tipo di incidente sarà escluso in linea di principio. Le riserve di uranio non solo basteranno per molti decenni ma, a differenza dei giacimenti di petrolio e di gas, si trovano in regioni politicamente sicure, come il Canada e l’Australia. Infine, se si
considera la tecnologia delle centrali e la sorveglianza a cui sono sottoposte, la Germania non ha motivo di temere la proliferazione di plutonio adatto per usi militari. Recentemente Erhard Eppler, teorico dell’Spd e avversario del nucleare, ha fatto una proposta: si potrebbe discutere
una proroga dell’uso delle centrali nucleari esistenti, a patto di includere nella costituzione il divieto di costruirne di nuove. Una proposta simile – limitare attraverso la costituzione una tecnologia le cui potenzialità cominciano solo ora a profilarsi – dimostra una spaventosa cecità.
La controproposta è semplice: non c’è alternativa alla proroga dell’uso delle centrali. Dovremo comunque continuare a usare l’energia atomica. La gestione di centrali il cui costo è stato già ammortizzato assicura alle imprese profitti enormi. Bisogna reinvestirli per stabilizzare i prezzi e per incoraggiare il risparmio energetico. È anche necessario finanziare la ricerca sul carbone pulito e sulle energie alternative, oltre a quella sul nucleare. Abbiamo bisogno non solo di discariche sicure, ma anche di trovare la via che ci porterà alle centrali nucleari di quarta generazione, in grado di produrre in modo sicuro molta energia con poche scorie. Queste centrali prima o poi esisteranno. Anche in Germania.
Questi problemi hanno una soluzione tecnica e una risposta politica. Mentre la Germania, che un tempo era un paese leader nel settore, ha quasi abbandonato la ricerca sul nucleare, nel resto del mondo gli scienziati stanno seguendo due progetti. Vogliono innanzitutto riprocessare i prodotti di fissione per ricavarne altri con un decadimento più rapido. Questo permetterebbe di ridurre
la durata delle misure di sicurezza necessarie per le discariche di scorie da centinaia di migliaia di anni ad alcuni secoli. In Finlandia si sta costruendo un reattore di terza generazione, dove i danni sarebbero limitati anche se si dovesse verificare l’incidente più catastroico: la fusione del nocciolo. Nei reattori di quarta generazione questo tipo di incidente sarà escluso in linea di principio. Le riserve di uranio non solo basteranno per molti decenni ma, a differenza dei giacimenti di petrolio e di gas, si trovano in regioni politicamente sicure, come il Canada e l’Australia. Infine, se si
considera la tecnologia delle centrali e la sorveglianza a cui sono sottoposte, la Germania non ha motivo di temere la proliferazione di plutonio adatto per usi militari. Recentemente Erhard Eppler, teorico dell’Spd e avversario del nucleare, ha fatto una proposta: si potrebbe discutere
una proroga dell’uso delle centrali nucleari esistenti, a patto di includere nella costituzione il divieto di costruirne di nuove. Una proposta simile – limitare attraverso la costituzione una tecnologia le cui potenzialità cominciano solo ora a profilarsi – dimostra una spaventosa cecità.
La controproposta è semplice: non c’è alternativa alla proroga dell’uso delle centrali. Dovremo comunque continuare a usare l’energia atomica. La gestione di centrali il cui costo è stato già ammortizzato assicura alle imprese profitti enormi. Bisogna reinvestirli per stabilizzare i prezzi e per incoraggiare il risparmio energetico. È anche necessario finanziare la ricerca sul carbone pulito e sulle energie alternative, oltre a quella sul nucleare. Abbiamo bisogno non solo di discariche sicure, ma anche di trovare la via che ci porterà alle centrali nucleari di quarta generazione, in grado di produrre in modo sicuro molta energia con poche scorie. Queste centrali prima o poi esisteranno. Anche in Germania.
fine articolo - continua reportage
Nessun commento:
Posta un commento