La strategia legale
Una delle armi di Peace Now è stata la tecnologia. L’ong usa le foto satellitari per seguire la crescita delle colonie e mostrare dove si sta costruendo senza permessi o in violazione di sentenze di tribunale che impongono d’interrompere i lavori. B’ Tselem, un’organizzazione israeliana per i diritti umani, ha fornito delle piccole videocamere ai palestinesi che sono vittima di attacchi continui da parte dei coloni estremisti. I soldati e i poliziotti presenti in Cisgiordania, infatti, spesso prendono le parti dei coloni e le videocamere servono a raccogliere delle prove. All’inizio di luglio la polizia ha fermato due coloni ripresi mentre picchiavano un palestinese legato a un palo della luce. Altri due sono stati arrestati dopo essere stati filmati mentre prendevano a bastonate una famiglia di pastori. Gli attivisti hanno adottato una nuova strategia: trasformare gli insediamenti da una questione politica, che non sembra avere molta presa sull’opinione pubblica, in un problema legale. “Non diciamo che Israele non deve avere insediamenti”, spiega Dror Etkes, che ha guidato il progetto. “Possono colonizzare la luna, se vogliono. Ma devono dimostrare che lo fanno rispettando le loro stesse leggi”. Grazie al materiale raccolto, Etkes ora collabora con B’Tselem per presentare in tribunale decine di casi. Alcuni dei loro bersagli sono “avamposti non autorizzati”, mini insediamenti allestiti senza alcun permesso. In qualche caso il governo ha già promesso ai tribunali – e a Washington – che li smantellerà. Altri, invece, sono colonie consolidate e – dal punto di vista di Israele – “legali”. A giugno Etkes ha chiesto alla corte suprema di far rispettare gli ordini di cessazione dei lavori e demolizione di nove case in costruzione a Ofra, una cittadina di 2.500 abitanti nel cuore della Cisgiordania (secondo i suoi dati, il 93 per cento di Ofra è costruito su terre private palestinesi). I coloni hanno risposto accelerando i lavori. Il rabbino di Ofra ha addirittura emesso un editto religioso in base al quale il comandamento di colonizzare la terra prevale sul divieto di far lavorare di sabato gli operai non ebrei: in questo modo le ditte possono costruire senza interruzioni. Ora le due parti si stanno dando battaglia in tribunale. Etkes dice di avere poche speranze che le autorità facciano evacuare o distruggere le case. In passato hanno ignorato troppi ordini dei tribunali. Il suo obiettivo è più semplice: “Costringere lo stato ad ammettere di aver agito in maniera illegale”. Etkes è convinto che solo insistendo nelle denunce qualcosa cambierà.
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Sito di Peace Now: http://www.peacenow.org/
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