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20080825

nucleare si o no? parte 1


Da Internazionale nr. 754, un confronto tutto tedesco sul nucleare.


Nucleare: no grazie?

La Germania aveva deciso di chiudere le centrali entro il 2020. Ma con la crisi petrolifera si riapre un dibattito che non riguarda solo i tedeschi


Energia irrinunciabile

di Andreas Sentker, DIE ZEIT, Germania


In nessun settore della ricerca la Germania è riuscita a raggiungere un tale livello di eccellenza in
pochi anni. Poi, quando era già all’avanguardia sul mercato mondiale e nella tecnologia del nucleare, il paese ha bloccato ogni ulteriore progresso. Nei prossimi anni verranno gradualmente
smantellate una serie di centrali che sono considerate tra le più sicure e affidabili del mondo. Come faremo a soddisfare la nostra fame di energia e a fare i conti con i cambiamenti climatici?
Affrontare queste sfide è possibile e, proprio per questo, molti paesi si preparano a tornare all’energia nucleare. Al vertice del G8 in Giappone tutti i paesi, tranne la Germania, hanno puntato sul rilancio della fissione nucleare come fonte di energia ecologica. Il motivo è che i progressi ambientali, economici e tecnici raggiunti negli ultimi anni non solo permettono di continuare a usare le centrali nucleari esistenti, ma rendono questa opzione inevitabile sul lungo
periodo. Le alternative, infatti, non sono abbastanza evolute o sono poco affidabili. Dopo Cernobyl, sviluppare e sperimentare alternative al nucleare era la scelta più ragionevole. Ma nel frattempo la ricerca sui reattori ha compiuto molti progressi. In gran parte del mondo si sta rivedendo il giudizio sull’energia atomica, sia a causa dell’emergenza energetica sia perché questa tecnologia ispira sempre più fiducia. In Europa, in America e in Asia si annunciano progetti di nuove centrali. In Finlandia i tecnici tedeschi e francesi stanno costruendo un moderno reattore ad acqua pressurizzata. Il primo ministro britannico Gordon Brown vuole garantire l’autonomia
energetica del paese con la costruzione di almeno venti nuove centrali. Il ministro statunitense dell’energia Samuel Bodman prevede un fabbisogno di oltre cento reattori. La Cina vuole
quadruplicare il numero delle sue centrali, portandole a 40, e l’India prevede importanti investimenti nel settore. Oggi è difficile capire perché la Germania si ostina a voler smantellare
le centrali entro il 2020. Per molti politici dei Verdi e dell’Spd, la decisione di rinunciare al nucleare è stata il coronamento del lavoro di una vita. La rinuncia alla rinuncia sarebbe la loro Waterloo. Al di là delle ideologie, ci sono quattro argomenti che gli avversari del nucleare
continuano a utilizzare. Prima di tutto la questione della sicurezza, che da Cernobyl in poi è stata tirata fuori ogni volta che c’è stato un problema, anche minimo, a un reattore: è un’ottima fonte
di paure. Poi c’è la questione dello stoccaggio delle scorie radioattive: in Germania è stata discussa così a lungo che molti, ormai, pensano che sia impossibile smaltirle in modo sicuro. Inoltre, chi può garantire che il materiale radioattivo sarà usato solo per scopi pacifici? E, quarta obiezione, le riserve di uranio non sono sufficienti per realizzare questi programmi.


continua

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