Bel pezzo, ci tenevo a farvelo leggere.
Cadaveri iperattivi
Quando lasceremo riposare in pace l’anima irrequieta di Jeff Buckley?
Pochi giorni fa Frédéric Lefebvre, un politico dello stesso partito di Sarkozy, si è beccato una dura reprimenda da re Nicolas per aver suggerito di rimettere al lavoro malati e donne incinte in modo da non farli cadere nella tentazione dell’ozio.
Si è parlato di “attentato ai diritti dei lavoratori”. Ma paragonate ai metodi in vigore nell’industria discografica, le sue proposte non sembrano poi così scandalose. Già, perché nel meraviglioso mondo della musica sono i cadaveri a tirare la carretta. Da Kurt Cobain a Elliott Smith, da Nick Drake a Ian Curtis, i musicisti morti tornano sempre a riempire gli scaffali dei negozi di dischi. Nella categoria degli stacanovisti dell’oltretomba, Jeff Buckley è senz’altro quello che merita la palma dell’impiegato del decennio.
Dopo la sua morte nel 1997, il cantautore prodigio, già spompato quando era in vita dai ritmi del mercato discografico, non ha mai avuto il tempo di godere il riposo eterno. Dal mondo delle tenebre sono sbucati ben otto album di Buckley, tra best of, edizioni deluxe e raccolte di inediti.
Con l’ultimo Grace: live around the world, Buckley conferma di essere il campione della categoria. Un cd e due dvd che meritano senz’altro elogi (funebri), ma che arrivano dopo un tale sfruttamento del suo cadavere che è impossibile ascoltarli senza sentire una fitta alla bocca dello stomaco.
Quando lasceremo riposare in pace l’anima irrequieta di Jeff Buckley?
Pochi giorni fa Frédéric Lefebvre, un politico dello stesso partito di Sarkozy, si è beccato una dura reprimenda da re Nicolas per aver suggerito di rimettere al lavoro malati e donne incinte in modo da non farli cadere nella tentazione dell’ozio.
Si è parlato di “attentato ai diritti dei lavoratori”. Ma paragonate ai metodi in vigore nell’industria discografica, le sue proposte non sembrano poi così scandalose. Già, perché nel meraviglioso mondo della musica sono i cadaveri a tirare la carretta. Da Kurt Cobain a Elliott Smith, da Nick Drake a Ian Curtis, i musicisti morti tornano sempre a riempire gli scaffali dei negozi di dischi. Nella categoria degli stacanovisti dell’oltretomba, Jeff Buckley è senz’altro quello che merita la palma dell’impiegato del decennio.
Dopo la sua morte nel 1997, il cantautore prodigio, già spompato quando era in vita dai ritmi del mercato discografico, non ha mai avuto il tempo di godere il riposo eterno. Dal mondo delle tenebre sono sbucati ben otto album di Buckley, tra best of, edizioni deluxe e raccolte di inediti.
Con l’ultimo Grace: live around the world, Buckley conferma di essere il campione della categoria. Un cd e due dvd che meritano senz’altro elogi (funebri), ma che arrivano dopo un tale sfruttamento del suo cadavere che è impossibile ascoltarli senza sentire una fitta alla bocca dello stomaco.
Richard Robert, Les Inrockuptibles
1 commento:
vedi: questo rientra un po' nel discorso di quando dico che è sopravvalutato.
non è che non mi piaccia.
è che me l'hanno fatto venire a noia.
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