Sunny Side Up - Paolo Nutini
Monty mi ha fregato sul tempo, recensendolo qui. E anche Filo, ascoltandolo con la focaccia la mattina presto! Scherzo. Sentite cosa è accaduto (sempre per parlare della musica ai tempi di internet): ho scaricato il disco, e gli ho dato un'ascoltata "sommaria". Mi ha subito fatto una buona impressione: svolta decisa verso il passato, le radici della musica soul, assolutamente anti-commerciale. Ho sparso la voce immediatamente. Il disco, in effetti, è piaciuto a chi non ama la musica troppo commerciale.
Poi, ho deciso di scriverci due righe sopra: dovevo dunque approfondire l'ascolto. Lo metto nel lettore mp3 che mi porto al mare, nei fine settimana. A volte mi assopisco, e in effetti il disco di Nutini può favorire l'appisolamento, a seconda delle condizioni dell'individuo. Ma, nonostante questo, c'era qualcosa di strano. Era bello, ma troppo ripetitivo. Qualcosa non quadra. Mi sveglio e mi metto ad ascoltare le strofe attentamente. Sono sempre le stesse. Qualcuno ha preso i pezzi originali, la prima strofa di ogni pezzo originale del disco nuovo di Nutini, e le ha incollate esattamente per la durata dei pezzi. Un lavoro incredibile. Soprattutto, un lavoro totalmente inutile, se non a far perdere tempo ai fruitori di musica, e potenzialmente a fare un danno a Nutini stesso.
Ad ogni modo. Compro il disco e lo ascolto come si deve. La mia prima impressione viene confermata ed amplificata. Nutini, nonostante le sue origini italiane (il padre è di Barga, Lucca) e le accuse di poca serietà (lo hanno tacciato spesso di presentarsi ubriaco ai suoi concerti), dopo un debutto che lasciava intravedere grandi potenzialità ma strizzava forse un po' troppo l'occhietto al pop di facile presa (These Streets), dà alle stampe un gran bel disco pieno di "retromarce", in senso buono. Ricordate cosa scrissi brevemente sul suo primo disco? "Pur nella sua poppità, mi convince Paolo Nutini. In Million Faces sembra un po' Ben Harper quando fa Al Green". Qui osa addirittura di più. In Tricks Of The Trade sembra Dylan. In Chamber Music addirittura ricorda in modo impressionante il vecchio Cat Stevens pre-islam. per non parlare di quanto suoni cashiana Worried Man. Tutto il resto del disco è in bilico tra suggestioni folk e radici soul. E le canzoni sono proprio belle.
Bravo Paolo!
3 commenti:
devo aver scaricato la stessa tua versione.... me ne sono accorto dopo anni...
e fino ad oggi non avevo trovato altri a cui fosse capitato.
:)
ma è bellissimo!
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