I diari della motocicletta – di Walter Salles 2004
Giudizio sintetico: si può vedere
1952, Ernesto Guevara de la Serna, di Rosario ma trasferitosi da piccolo a Cordoba a causa della sua asma, 23enne laureando in medicina, e Alberto Granado, di Cordoba, 29enne biochimico, partono per un viaggio attraverso il Sudamerica in sella alla moto di Alberto, una Norton 500 che lui chiama “la poderosa”. Questo viaggio li cambierà profondamente, soprattutto Ernesto, che diventerà il “Che” rivoluzionario.
Prima parte paesaggistica e mozzafiato, seconda parte che illustra l’inizio della presa di coscienza, poetica e toccante senza essere goffamente celebrativa.
Grande pregio del film di Salles, voluto da Gianni Minà e prodotto da Robert Redford, è appunto di non essere troppo enfatico, di non scadere mai e poi mai nel santino filmato nel quale poteva essere trasformato da mani sbagliate.
Un film, in definitiva, onesto ed equilibrato, che illustra, senza voce fuori campo (se si escludono alcune lettere di Ernesto alla madre), la nascita di un mito.
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Recensione del 25 maggio 2004
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