No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100818

islanda lug/ago 2010 - 07



Akureyri - Borgarnes via Hvammstangi



Come consuetudine, lasciamo Akureyri verso le 9,00, e senza colazione. Solo ripensandoci adesso, sono quasi convinto che avessimo pagato pure il breakfast, ma che non ne abbiamo approfittato. Di prima mattina, ho una discussione con una pompa di benzina. A parte il fatto che è domenica, fino alle 10,00 in Islanda non apre niente, per cui provo a fare il pieno con la mia carta di credito, ma non c'è modo. Fa niente, proveremo più avanti. Il programma originario, fatto da me a tavolino addirittura prima che la mia compagna di viaggio si unisse all'avventura, prevedeva di "esplorare" lo Skagafjordur, dopo di che fermarsi a Blonduós. Le notizie lette con calma sulla Lonely Planet non mi convincevano, e quindi propongo di prolungare di poco il tragitto, fino ad arrivare a Hvammstangi, che sembra avere qualcosina in più da vedere.

Attacco la strada con decisione, fino a Varmalid (un'ora circa di strada), primo punto che dovrebbe dare segni di vita, e possedere addirittura una stazione di servizio, per fare rifornimento e magari colazione. Così è, anche se apprendo che, nonostante il personale "operante", si paga con carta di credito e stop, cioè si fa tutto alla pompa. Fortuna che a questa, magicamente la mia carta di credito funziona. Si prosegue quindi per un altro paio d'ore, solita bella giornata, solita strada così così, e pian piano si arriva, appunto, a quella che la guida descrive, in un certo senso, come la capitale della foca, suscitando naturalmente ilarità.
Meno di 600 abitanti, Hvammstangi è in festa, c'è una specie di palio tra i quattro "quartieri" (davvero un eufemismo, credetemi). Mentre cerco una guesthouse per sistemarci, in modo da visitare quel poco che c'è, e fare l'escursione alla ricerca delle foche, visto che riflettendo sulla qualità delle strade, aiutandoci con una cartina dettagliata, abbiamo deciso di non addentrarci verso i fiordi del nord-ovest (quella specie di "manina" che sta in alto a sinistra dell'isola), la mia compagna di viaggio si oppone decisamente, proponendo di fare l'escursione e di proseguire, di dormire e fermarsi qui non ne vuole sapere. Prendo atto, non essendo per niente d'accordo (non è ancora passata una settimana, e ne abbiamo ancora un'altra intera; arrivando a
Borgarnes, cittadina dove ci accordiamo per fermarci, abbiamo praticamente quasi completato
il giro dell'Islanda. Anche se dobbiamo ancora vedere la capitale, che faremo dopo? Ma,
soprattutto: perchè venire in Islanda, luogo con pochissima gente, bella proprio perchè vuota
e suggestiva, sinonimo di tranquillità, e farsi prendere dalla frenesia e dal rifiuto di passare
mezza giornata e una notte in un luogo dove c'è poco o niente, quando lo abbiamo già fatto
almeno in un paio di luoghi?), e concordiamo come finire la tappa odierna.
Troviamo facilmente il molo da dove partono le escursioni in barca, domandiamo gli orari al
vicino ufficio informazioni, e aspettiamo poche decine di minuti.
L'escursione si rivela abbastanza interessante, le foche sono numerose, così come numerose sono le specie di uccelli che riusciamo a vedere. C'è anche un "extra", come lo definisce il capitano: un balenottero, che ci coglie di sorpresa, e ci lascia a bocca aperta.
L'assistente del capitano, in uno slancio di curiosità, mi domanda da dove veniamo (sulla barca
siamo in parecchi, diciamo una ventina), e mi suggerisce di visitare Stykkishólmur, da dove, dice lui, partono altre escursioni meravigliose via battello. Me lo faccio appuntare sul retro della ricevuta di pagamento dell'escursione, ovviamente tramite carta di credito. Tornati a terra, mangiamo qualcosa che avevamo sempre in auto, e ripartiamo. Due ore abbondanti, il tempo si guasta un po', arriviamo a Borgarnes per verificare che è poco più grande di Hvammstangi, troviamo da dormire al secondo tentativo, presso la guesthouse del Golf Club del luogo, una sorta di scelta a prezzo inferiore rispetto all'ex Hotel Hamar, divenuto Icelandair Hotel, e ci precipitiamo quindi a visitare il Centro Studi sulla Colonizzazione di Borgarnes, visto che sono quasi le 18,00 e sta per chiudere. Una parentesi sul golf: ogni piccolo centro ha il suo campo di golf, e pare proprio che in Islanda non sia uno sport da fighetti. Detto questo, nonostante la visita preceda la litigata più grossa del viaggio, il museo risulta il migliore visitato qua, e l'acquisto di un libro di storia islandese fatto dalla mia compagna di viaggio risulterà una delle cose più indovinate in assoluto. Andiamo con ordine. Il Settlement Centre, oltre ad avere un fornitissimo negozio di souvenir, libri ed altre amenità, ha due piani e due percorsi, che è possibile compiere "guidati" da una specie di lettore mp3 che contiene una traccia audio esplicativa in almeno 10 lingue, tra le quali l'italiano (cosa rarissima). Gli interni sono bui e quindi piuttosto evocativi, e contengono mappe, disegni, sculture, scheletri, ricostruzioni di scene storiche, addirittura una prua di una nave vichinga semovente; la voce della traccia audio ha una splendida pronuncia e un timbro che tiene desta l'attenzione. La prima parte spiega piuttosto dettagliatamente la cronologia dell'insediamento vichingo in Islanda, terra completamente disabitata, se non da numerose specie animali, prima dell'850 dopo Cristo, mentre la seconda racconta una delle saghe più famose, la saga di Egill Skallagrimsson, un personaggio a dir poco fuori di testa, ambientata proprio nei dintorni, e più che esplicativa sulle usanze dell'epoca, oltre ad essere avvincente e perfino divertente. Dopo la visita ci accomodiamo nel ristorante annesso al Centro, pieno
all'inverosimile, dove i numerosi camerieri stentano a star dietro alle ordinazioni (dopo l'orario di chiusura del museo, addirittura vedremo sbucare il nerd che ci ha fatto i biglietti, spiegato il funzionamento e consegnato la guida audio, e lo vedremo sparecchiare alcuni tavoli); non capiamo bene se effettivamente è una giornata piena per loro, visto che constateremo che il ritmo lavorativo islandese non è dei più forsennati. A parte la bistecca di cavallo (buona) accompagnata da una salsa a base di marmellata di mirtillo (disgustosa), che conferma il tipo di cucina alla quale dobbiamo fare buon viso, come anticipato durante la cena comincia una discussione piuttosto dura, che andrà avanti fino all'ora di dormire, e la cosa ovviamente scuote entrambi. Si cerca di raggiungere un compromesso quantomeno sul programma dell'indomani: come consigliatoci dal tipo dell'escursione di Hvammstangi, domani ci dirigeremo verso la penisola Snaefellsnes, più precisamente a Stykkishólmur, da dove verificheremo la possibilità di effettuare un paio di escursioni (isole antistanti e whale-watching), oppure se spostarci fino a Olafsvík (per il whale-watching, come dice la Lonely Planet).

Nella foto: come ci si arrangia per far asciugare i panni.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

certo che qualche indicazione maggiore sulla litigata ce la potevi pure dare, no?
Miki :)

jumbolo ha detto...

cosa da donne....

Anonimo ha detto...

No...troppo facile liquidare una discussione così. Le parole sono importanti...

jumbolo ha detto...

Non così come si può pensare, secondo me. Ad ogni modo, chi fosse interessato a risvolti (che a me paiono morbosi), può chiedere a chi era in viaggio con me. Io, visto che sarei parziale, non aggiungo altro.

jumbolo ha detto...

...e magari l'anonimo qua sopra era proprio lei, Grimilde! non avevo letto il commento di qualche post fa, ciao!

Anonimo ha detto...

Grimilde, parla! Tell us!
Dacci la tua versione, visto che è cosa da donne!!!

P.s. W le donne!

Sempre tua affezionatissima Miki

jumbolo ha detto...

ah, a proposito: forse non mi sono spiegato bene quando ti ho risposto la prima volta.
ho detto "cose da donne" mettendomici dentro scherzosamente.
precisazione importante.
non volevo addossare la colpa solo all'altra.

Anonimo ha detto...

allora W W anche i Jumboli!
miki

jumbolo ha detto...

:))