No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20220417

Chloë e il prossimo XX secolo

Chloë and the Next 20th Century - Father John Misty (2022)


Joshua Michael Tillman aka Father John Misty non è proprio la mia cosiddetta tazza di thè, ed infatti non troverete, con la ricerca, niente che lo riguardi, su questo blog. Niente di personale, figuriamoci, è difficile spiegare il motivo per cui un musicista / cantante / compositore / produttore che ha lavorato con Beyoncé, Lady Gaga, Post Malone, Kid Cudi, ha fatto parte dei Fleet Foxes, ha fatto uscire otto dischi (tra il 2003 ed il 2010) come J. Tillman, e qui è al quinto come FJM, ed è una sorta di guru del folk moderno (Pitchfork nella recensione di questo suo ultimo album lo definisce "il cantante folk di questi tempi perché l'aura di irrealtà lo segue come un fetore", ponendo l'accento sul suo charme onirico e sulle sue liriche di ispirazione surreale e cinematografica) con un seguito pari a un culto, non mi piaccia granché. Raffinatissimo, con arrangiamenti jazzati e delicatissimi, strizzate d'occhio al Cat Stevens d'annata e perfino a compositori ben più datati (Rolling Stone, a proposito sempre di questo disco, lo definisce "un Cole Porter sotto LSD"), risulta un ascolto senza dubbio piacevole e vellutato, ma, a mio giudizio, poco eccitante e a lungo andare, anche un po' noioso. Massimo rispetto per i guidizi altrui, questo è il mio.
Joshua Michael Tillman aka Father John Misty is not really my so-called cup of tea, and in fact you will not find, with the research, anything about him, on this blog. Nothing personal, figures you, it's hard to explain why a musician / singer / composer / producer who worked with Beyoncé, Lady Gaga, Post Malone, Kid Cudi, was part of Fleet Foxes, released eight records (including 2003 and 2010) as J. Tillman, and here he is at his fifth as FJM, and is a sort of modern folk guru (Pitchfork in the review of his latest album defines him as "the folk singer for these times because the aura of unreality follows him around like a stench", placing the accent on his dreamlike charm and his surreal and cinematic-inspired lyrics) with a following equal to a cult, I don't like it much. Extremely refined, with jazzy and delicate arrangements, winks at vintage Cat Stevens and even at much older composers (Rolling Stone, always talking about this record, defines it as "a Cole Porter on LSD"), undoubtedly pleasant and velvety, but, in my opinion, not very exciting and in the long run, even a little boring. Maximum respect for the judgment of the others, this is mine.

Nessun commento: