No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080316

banditi sardi


Sonetàula - di Salvatore Mereu 2008


Giudizio sintetico: si può vedere


Sonetàula è il soprannome di Giovanni "Zuanne" Malune, che nel 1937 ha 12 anni e vive in un paesino sardo del nuorese. Pastore per tradizione, quando il film comincia è costretto a salutare il padre che parte per tre anni e se ne va a lavorare in continente; così dice a lui, ma Sonetàula presto scoprirà che invece, il padre se ne va al confino in quanto accusato ingiustamente di un omicidio. Gli rimane la madre da mantenere, una ragazza affidata alla famiglia, Maddalena, della quale capirà poi di essere innamorato (straordinaria la sua dichiarazione, verso la fine; non ve la riporto per non rovinarvi la bellezza e la sorpresa, ma mi raccomando, fateci caso), e il duro lavoro col nonno. La vita scorre lenta e pesante, e passano la guerra, arriva la luce elettrica, e nel frattempo Sonetàula diventa un bandito latitante, per osservanza di un codice antico, in fondo.


Ecco un film che vale la pena di qualche sacrificio, se amate il cinema in tutte le sue sfaccettature. Recitato in dialetto stretto, sottotitolato in italiano, privo di colonna sonora, lento, estenuante a tratti, lungo ben 2 ore e 40 minuti. Nonostante tutto questo, se avrete la costanza, il coraggio, la forza di vederlo, non lo dimenticherete facilmente. Mereu, che debuttò alcuni anni fa con Ballo a tre passi applaudito dalla critica, compie scelte difficili e controcorrente, ma lavora ottimamente. Il film è montato ruvidamente, ma fotografato splendidamente. La storia è tratta dal romanzo omonimo di Giuseppe Fiori, si aggancia a Banditi a Orgosolo, film del 1961 di Vittorio De Seta (e ripropone perfino un attore di quel film, Giuseppe Cuccu), come pure a Olmi, ci mostra una Sardegna che è da sempre "a lato" del continente, fatta di tradizioni anche antiche, rurali e dure, che faticano a scomparire, di fronte al "progresso". Contrappone il vecchio e il nuovo in maniera naturale, mediante due personaggi vicini ma contrapposti, sceglie molti attori non professionisti ed ottiene una recitazione spontanea e consona (indimenticabile Francesco Falchetto nei panni del protagonista). Ci regala uno spaccato prima sardo, poi italiano, quanto mai vicino a mondi lontani, ma non troppo (come non trovare, nelle inesorabili filosofie dei protagonisti, delle similitudini con un certo cinema mediorientale?).

Se proprio non ve la sentite, sappiate che pare sia in preparazione la versione televisiva, doppiata in italiano e montata "per" la tv. Se invece il grande schermo è per voi come il richiamo della foresta, ritagliatevi una sera, belli riposati, e lasciatevi trasportare dalla storia di Sonetàula. Potrebbe stupirvi.

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