Juno - di Jason Reitman 2008
Giudizio sintetico: da vedere
Juno MacGuff vive a Minneapolis, in Minnesota, ha 16 anni e frequenta la High School. E' carina, intelligente, non veste alla moda ed è fortemente anticonformista (anche se, in fondo, è americana...). Ha la lingua svelta, è divertente, odia la madre che ha divorziato dal padre, Mac, quando lei aveva 5 anni; vive col padre e con la matrigna, Bren, e la figlia "di secondo letto" dei due, la piccola Liberty Bell. La sua migliore amica, Leah, è una cheerleader ma non è un'oca, il suo migliore amico è Paulie Bleeker, una specie di nerd studioso ma non imbranato: si allena continuamente, è nella squadra dei mezzofondisti della scuola. Forse annoiati, un giorno Juno decide di fare l'amore con Bleeker. Dopo un paio di mesi, scopre di essere incinta. Razionalmente, decide di abortire, ma nonostante davanti alla clinica l'amica Su Chin stia manifestando contro l'aborto (da sola), e, nell'ultimo tentativo di farla desistere le dice che probabilmente la creatura che porta in grembo ha già le unghie, Juno desiste dopo essere entrata nella sala d'aspetto della clinica. A questo punto, insieme a Leah, decide di portare avanti la gravidanza e di dare poi in adozione il neonato: insieme, si mettono a leggere le inserzioni (negli USA questo tipo di "transazioni" sono legali: ognuno può decidere, col supporto di un avvocato, di dare in adozione il proprio figlio ad altre persone), e scelgono una coppia piuttosto benestante. Il padre e la matrigna di Juno, messi al corrente, inizialmente scioccati, decidono di supportare amabilmente la ragazza, al punto che Mac accompagna Juno a conoscere Vanessa e Mark, la coppia alla quale Juno decide di affidare il frutto del suo grembo, e Bren si prende cura di lei in ogni momento, con il giusto mix di dolcezza e determinazione.
Uno dei film dell'anno, già da adesso, non c'è dubbio. E, credetemi, si capisce dai titoli di testa, quelli dove Juno, dopo una rapida e insensata introduzione, diventa un disegno animato e cammina verso casa, dove, ridiventata "umana", finge di impiccarsi. Ma c'è di più, nel nuovo film di Reitman, figlio di Ivan regista di Ghostbusters, che ci aveva già conquistato col caustico e divertente Thank You For Smoking, non molto tempo fa. Il film ha vinto la Festa del Cinema di Roma, poi un bel po' di premi, infine l'Oscar come miglior sceneggiatura originale, e forse avrete già sentito o letto che l'autrice è Diablo Cody (nome d'arte), ex spogliarellista e blogger, che probabilmente ci mette dentro un po' di sé e della sua vita, e nei ringraziamenti dopo la statuetta cita i genitori "per averla amata per quello che è"; e chissà, potrebbe essere genuina come potrebbe essere solo una bella trovata pubblicitaria per dar ancora più corpo alla storia semi-autobiografica. Com'è, come non è, Juno vi seppellirà di sentimenti, musica delicata (musica di Kimya Dawson e grandi pezzi non famosissimi), leggero (ma non troppo) anticonformismo, grandi battute e personaggi impossibili da non amare. Juno ha il dono quasi inspiegabile di essere palesemente ruffiano ma con classe. Tanto per dirne una, è un film che dà ragione sia a chi è contro l'aborto (Juno non abortisce), sia a chi è a favore (Juno non tiene il bambino perchè non si sente pronta, e basta). Nonostante questo, lo amerete, riderete e vi commuoverete.
Praticamente impeccabile dal punto di vista tecnico, anche se non pirotecnico (ma la scena di Juno che "guida" il suo pancione e fende, in controsenso, la folla di coetanei e colleghi scolastici, seppur niente di speciale, ha un simbolismo che lascia il segno), con una fotografia forse anche troppo "leccata", ha la sua forza più nei personaggi che nella sceneggiatura (qui, probabilmente, l'assonanza più marcata con un film al quale viene da molti accostato, lo stupendo Little Miss Sunshine); nei riferimenti ciclici (i ragazzi vestiti tutti uguali a Bleeker che appaiono correndo in gruppo continuamente) e nelle manie (le tic-tac all'arancio di Bleeker, l'impeccabilità femminile di Vanessa), quella marcia in più che ve lo farà rimanere in memoria per lungo tempo.
La semplicità con la quale Juno affronta la situazione presta il fianco a infinite critiche, ma è la forza del film, che in fondo mostra che la leggerezza (aggettivo che, vedrete, è il più inflazionato nelle descrizioni di questo film) è l'unica arma che ci può salvare nell'affrontare le situazioni più difficili. Una favola, in fondo, moderna e al tempo stesso, dal sapore universale. Che ci dice come l'amore, che non è eterno, in alcuni momenti ci può salvare (e può salvare anche un film, fateci caso, nel momento in cui la storia sembra destinata a ristagnare, ecco il colpo di genio che non è un colpo di genio: Juno si accorge di essere innamorata), che si può sbagliare, ma c'è sempre un modo di rimediare, se siamo in due a volerlo, che se si vuole fortemente una cosa, qualcuno viene in nostro soccorso.
Buonismo? Forse. Ma Juno è da amare.
Cast discreto, giusto, mai sopra le righe, Ellen Page (Juno) assolutamente straordinaria, Michael Cera (Bleeker) fantastico. Regia al servizio della storia. Dialoghi strepitosi. Cinefili e musicofili avranno pane per i loro denti con continui riferimenti. Lo amerete.
E, in fondo, Juno non crede davvero che i Sonic Youth facciano "solo rumore".
Insieme a Lars e una ragazza tutta sua una coppia di splendido cinema low-budget dalla grande resa.
PS visto in lingua originale, speriamo che il doppiaggio italiano non lo rovini.
4 commenti:
confermo, da vedere!
mi ha portato il cd una mia amica un mese fa, adesso aspetto di veder "Lars e una ragazza tutta sua" che mi ero segnato dalla tua recensione ;)
drugo
mi sa che mi lascio tentare dalla lingua originale...
bella recensione,ale!
:-))
visto!è proprio come hai detto te..."è da amare"..!:-)
miki:
davvero molto carino e divertente!!!
Smack
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