No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080325

imprese

L'ultimo articolo di Robecchi che ho postato ha suscitato l'interesse critico dall'amico Guido, che chiamerò "piccolo imprenditore" sperando di non mancargli di rispetto, che ha argomentato brillantemente dei dubbi. Vorrei dargli il giusto spazio dedicandogli un post apposito, in attesa di interventi anche da parte di altri lettori.
L'articolo era questo, ed ecco le critiche.

Guido:
Questo è il classico articolo di finta protesta che trovi sul Bignami. Sarà che io (da presuntuoso)sono della materia ma questo non è raccontare la realtà.Se questo Robecchi mi dice che ha fatto il magistrale forse un pochino inizio a giustificarlo.
Sarebbe troppo lunga, e non mi soffermo neanche sul conflitto di opinione su liberismo/socialismo ecc... che per me sono tutti concetti giusti solo se proporzionati in una miscela di politiche finalizzate al miglior equilibrio di un sistema e non integralisticamente scelte, sia in un caso che nell'altro, riportandoci ai classici equini paraocchi. Comunque te, conoscendo il mio cammino lavorativo, potrai comprendere che ho toccato più o meno direttamente tutte le realtà e dimensioni (confermo, nota di jumbolo). E' inutile fare leva sulle grandi 50, quelle nella nostra realtà hanno perlopiù aspirato risorse però servono a persone, come questo che scrive, a fare da cassa di risonanza in clima di elezioni. Mi sembra che ormai anche il più ingenuo sappia che politica e potenza economica vadano a braccetto da molto tempo. Chiedi a mille commercialisti cos'è che sostiene l'economia nazionale e quasi tutti ti daranno la stessa risposta. Ti lascio la (finta) suspance. Basta che non ti aspetti dipendenti pubblici o Tronchetti. La cosa curiosa è che non vengono quasi mai tirati in ballo, perché anche nei giornali si sa che è bene non svegliar can che dorme. Un'ultima cosa, tanto son già stato lungo: sarei curioso di vedere in certe strutture il criterio adottato per valutare la produttività delle persone.....

jumbolo:
Guido, perdonami, conosco abbastanza bene il tuo percorso, ed è proprio per questo che non vedo il nesso della critica a Robecchi. Secondo me, il senso dell'articolo sta nel fatto che siamo di fronte ad una grave crisi del sistema capitalistico e nessuno lo vuole ammettere. Si torna al discorso economico che si faceva con l'aiuto di Maurino. La seconda parte, quella si, va verso la critica all'impresa e la discussione sui salari. La domanda vera secondo me è: ci sono i margini per aumentarli? Il discorso sulle prime 50 imprese è, mi pare, logico, perchè se ne conoscono gli utili, mica può venire da te e sapere della tua. E, nella mia ingnoranza economica, non mi pare così sbagliato il discorso che Robecchi fa sugli utili e sul loro utilizzo. La conclusione è una critica ai "padroni" che non "premiano" adeguatamente gli operai nel caso la loro produttività abbia dato vita ad un forte utile. Non mi sembra così puerile come concetto. Che dici?

Guido:
La critica al giornalista sta nel fatto che comunque strumentalizza troppo i "dati", in particolar modo per le 50: è come notare un uomo perché è spettinato mentre magari è un cieco privo di tutti gli arti: il problema sta nelle integrazioni che anche tu io e babbi paghiamo e abbiamo pagato, nei finanziamenti comunitari e statali che entrano a imbuto nelle loro casse senza controllare dove vanno a finire, nell'adeguamento delle leggi ai loro interessi, sia dalla destra che dalla sinistra. Perché questo signore non dice niente degli artigiani e delle piccole imprese? Come mai non le accusa per i mancati investimenti? Semplicemente perché ci pensano loro a mantenere per buona parte il sistema dove vive anche lui. Se con dieci pago sette di tasse e qualche pensione, tre mi bastano per dare da mangiare ai dipendenti e un boccone a me, vedrai che posso al massimo investire un giornalista che attraversa la strada. Detassare alla base, ci vuole questo atto di coraggio, ed eliminare il "pelo superfluo", altro atto di coraggio. Un lavoratore dipendente che si mette in tasca 1500 euro ne costa il doppio alle aziende. La risata piove quando cerchi di premiare il dipendente, magari mettendo una voce di premio in busta magari di 500 euro delle quali al massimo vede la metà. La gratifica non paga il sacrificio. Si innesca l'ingranaggio. E tutti giù per terra. Per quanto riguarda la crisi capitalistica è provato che ciclicamente i sistemi vanno in tilt o per esaurimento, o per evoluzione, o per fattori non "caratteristici". Valgono ancora i grafici dei vecchi libri di economia politica. Personalmente per il nostro paese mi preoccupa il dato/scusante della difformità nel porre ed applicare le regole sia politicamente che territorialmente. Poi si fa un'altra puntata.

jumbolo:
A questo punto, chiedo a Guido, anche se credo di aver capito, ma non sono sicuro, oltre ad esporre la nuova "puntata", di chiarirci cosa intende per "pelo superfluo".
Nel frattempo, l'amico Scoppe ci fornisce materiale: due link contenenti un sacco di materiale su imprese, investimenti, pressione fiscale, costo del lavoro...un lavoro immane. Eccoli:
http://www.menostato.it/fatti.html
http://www.menostato.it/ExcelVersionHistory.html
Chi ne ha voglia può passarci le giornate...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

umilmente....perchè forse non ho capito il senso...

credo che un elemento sostanziale della discussione purtroppo non esiste....ormai le nostre economie sono statiche..
non esiste profitto in europa...

in italia esiste solo il "pareggio"...

il pareggio è l'obiettivo del piccolo imprenditore....con cui mantiene la famiglia e non chiude bottega...
lo stesso vale per la media impresa...dove il pareggio è palestra dei manager rampanti....

il pareggio è l'obiettivo per la grossa azienda, raggiunto il quale non si riduce la struttura...e si può mantenere i CdA e le lobby politiche ....
in italia un'azienda non chiude perchè non fà utile...ma perchè non raggiunge il minimo...

dove adesso esiste il profitto....c'è sicuramente prevaricazione...in cina....in russia....nell'italia mafiosa....in paesi dove profitto è sinonimo di illecito; dove il prezzo è superiore al costo....a costo di morire per lavoro.

inoltre quel poco che realizziamo, lo tassiamo e lo reinvestiamo in cazzate....caserme invece che ricoveri...agevolazioni per i digitali terrestri anzichè libri per le scuole....edonismo totale..
(con l'otto per mille ci si farebbe 1 ospedale l'anno)

c'è poco da sperare....saremo sempre più globalizzati...e chissà se un giorno a mensa si mangerà germogli di soia dopo un turno di 14 ore....
così almeno avremo recuperato produttività...per la gioia dei nuovi ricchi...quelli che ora ci cuciono le nike...

scusate il delirio..

cnh

Anonimo ha detto...

da piccolo imprenditore,mi trovo assolutamente daccordo con cinaho

punkow