No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080324

gaal


Madre piccola - di Cristina Ali Farah


Cristina Ali Farah (qui trovate una scheda non perfettamente aggiornata, ma piuttosto esauriente) debutta con questo libro dopo aver scritto poesie e collaborazioni per molti giornali. E' una 35enne italo-somala nata in Italia da padre somalo e madre italiana, e questo suo libro non è semplicissimo da leggere, nonostante la sua brevità relativa. E' un libro strutturato in 9 capitoli, supportato da un glossario finale (di parole somale che la scrittrice usa ma nella maggior parte dei casi fa seguire da una reiterazione di spiegazione, e che comunque si capiscono piuttosto bene), ogni capitolo è scritto da un punto di narrazione diverso. La particolarità è che cambia anche lo stile, che in linea di massima però rimane uno stile senza dialoghi, con domande e risposte (spesso) a cura del medesimo soggetto che quando risponde lo fa senza lasciarci sapere la domanda.

Le protagoniste principali sono due donne, e nonostante ci sia anche qualche uomo, possiamo senz'altro dire che questo è un romanzo, oltre che sulla diaspora somala, sui migranti in generale, molto femminile.

Sullo sfondo di questa storia che presupponiamo abbastanza autobiografica, un paese dilaniato come il resto dell'Africa, la Somalia, dove l'Italia è stata presente in passato e, pare, ancora oggi stenta ad essere dimenticata.

Il dualismo composto da un forte senso di appartenenza alla propria terra africana e, al tempo stesso, la padronanza di una lingua conosciuta da sempre, l'italiano, messo di fronte ad una paurosa sensazione di continuo viaggio per il mondo intero, rappresenta in buona parte il fascino di questo libro un po' fuori dagli schemi, che può aiutarci a capire come ci si possa sentire quando si è costretti ad essere sradicati dal luogo dove ci si sente a casa, a causa di una violenza inaudita come la guerra.


Un libro al tempo stesso doloroso e pieno di speranza.

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