No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100131

Der Untergang


La caduta – di Oliver Hirschbiegel 2005


Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: popo' di svarvolato lulì dé


Ispirato al lavoro dello storico Joachim Fest e alle memorie di Traudl Junge, segretaria del Fuhrer dal 1942 al 1945, il film, diretto dal regista del commissario Rex, ci racconta, a parte l’incipit nel quale si vede sommariamente la "scelta" della segretaria, gli ultimi 12 giorni di Adolf Hitler nel suo bunker di una Berlino ormai allo stremo, assediata dai russi, lo sconforto e la disperazione dei suoi generali, le incrinature nella di loro obbedienza, alcune storie marginali e umane sia dentro che fuori dal bunker. Il Fuhrer, dopo aver fatto la scelta di rimanere a Berlino, nonostante continui a sostenere la possibilità di ribaltare la situazione, arriva poco a poco alla decisione del suicidio, seguito da Eva Braun, Gobbels e famiglia, e diversi altri collaboratori, finanche a componenti delle SS lontanissimi da lui. Provato fisicamente, soggetto a paurosi sbalzi d’umore, braccato come, appunto, un animale in gabbia, vede svanire il suo sogno sotto i colpi dell’artiglieria bolscevica.

Claustrofobico (ma le poche scene "all’aperto" non sono male, e le "ricostruzioni" delle macerie di Berlino suggestive), didascalico e piuttosto freddo, il film denota la mano "televisiva" del regista; non ritengo però un male la cosa, visto che la vicenda è talmente pesante e delicata che forse è meglio così. Inoltre, la scelta di una certa asetticità, visto che il lavoro proviene proprio dalla Germania, mi è sembrata il modo migliore per affrontare l’argomento.
Momenti davvero pesanti (belli un paio di montaggi alternati tra la "vita" nel bunker, tensioni, sfuriate del Fuhrer, ma anche le feste organizzate dalla Braun, e la disperazione esterna, con i bambini della gioventù nazista a combattere; l’omicidio in serie dei sei figli di Goebbels da parte della moglie; le peripezie dei due ufficiali medici) ma necessari, qualche buona intuizione (chissà se del regista o se, come sempre, la realtà ha superato la fantasia), come l’ufficiale medico che ha bisogno del bagno e, usando quelli del Fuhrer, vede l’altro che dà gli ultimi consigli sul suicidio proprio a Hitler, o la bicicletta individuata dal bambino durante lo sfollamento insieme alla segretaria, e, soprattutto, una straordinaria interpretazione di Bruno Ganz, assolutamente di rilievo, che colloca un film nella media un gradino più in alto.

4 commenti:

cipo ha detto...

Non saprei spiegare bene perché, ma questo film è uno dei miei preferiti in assoluto. Come tu dici, Ganz è immenso (ho visto il film in lingua originale coi sottotitoli, e confermo che fa paura da quanto è bravo). Aspetto con grande curiosità la sua interpretazione di Tiziano Terzani in La fine è il mio inizio, che dovrebbe uscire il prossimo autunno.

jumbolo ha detto...

interessante. quindi dici che dovrò leggere il libro prima?

cipo ha detto...

A me La fine è il mio inizio libro è piaciuto molto - ma non tanto come opera letteraria, bensì per la vita (di Terzani) che racconta, davvero fuori dagli schemi. Una bella persona, certo non una specie di santo o santone come molti frettolosamente concludono, ma certo un tipo con una bella dose di coraggio e intraprendenza che ha trovato un suo personalissimo percorso esistenziale, chiaramente improponibile alla maggioranza dei comuni mortali.
Ale, tu che i libri li divori avidamente, secondo me in tre o quattro giorni te lo leggi - sì, io te lo consiglio proprio! Sarei già normalmente desideroso di leggerne una tua recensione; in questo caso si aggiunge un elemento ulteriore di curiosità: il fatto che Terzani, viaggiatore ammaliato dall'Oriente, per sua stessa ammissione non sia invece mai riuscito a entrare in particolare sintonia col mondo Latinoamericano, che invece tu, come sappiamo, ami.

drunkside ha detto...

questo film va ringraziato anche per aver dato la possibilità alla gente di creare quei video farlocchi con gli sfoghi di Hitler.